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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

AL CONVEGNO CGIL SULLA CAFFARO

Per le bonifiche la Loggia chiama A2A Ambiente


2014-09-26 - * A2A Ambiente in prima linea per le bonifiche. Qualcosa si sta muovendo, tant´è che la multiutility è stata tra le aziende partecipanti alla gara per il risanamento della scuola Deledda. Il presidente Giovanni Valotti in una recente conferenza stampa era stato possibilista e ieri, al convegno organizzato dalla Cgil sul caso Caffaro (guarda la gallery fotografica), anche l´assessore all´Ambiente Gianluigi Fondra ha annunciato: «C´è un confronto serrato in corso con il management di A2A, perché A2A Ambiente assuma fino in fondo anche questo che non è solo un business bresciano. Potrebbe diventare un ramo fruttuoso anche fuori Brescia». Se sarà, la conferma - aveva annunciato Valotti e ieri ha confermato Fondra - arriverà nel piano industriale che sarà licenziato a inizio 2015.

INTANTO alla sala Buozzi l´interessante occasione di incontro moderata dal segretario Damiano Galletti ha chiarito ancora una volta che sono due le incognite che pesano sul futuro dell´area inquinata da Pcb, diossine e metalli pesanti. Da una parte c´è il nodo delle risorse. Dall´altra quello, non meno importante, delle tecniche di risanamento.

Oriella Savoldi, della segreteria, è tornata a chiedere in apertura un piano complessivo per il Sin: «Vanno chiarite le destinazioni d´uso delle diverse aree, poi declinate le priorità di intervento, infine serve un piano finanziario per attivare i fondi necessari», ha detto. Ma passare ai fatti, sembra cosa più difficile.

Sul denaro, dopo la recente intervista pubblicata su Bresciaoggi al ministro Galletti che ha fissato in 50 milioni l´esigenza stimata per il sito Caffaro, il direttore generale del ministero Maurizio Pernice è stato molto chiaro ieri: «Prima bisogna assicurare la salute ai cittadini: vogliamo portare avanti con risorse pubbliche l´eliminazione del rischio e restituire alla fruizione aree interdette, implementando con altri fondi l´accordo di programma. Dopodiché - ha precisato - si procederà con la riparazione ambientale, per la quale non ci sono risorse pubbliche. Ma nessuno si è dimenticato che qui c´è il convitato di pietra, che è il responsabile della contaminazione. Noi non abbiamo rinunciato a far pagare chi ha inquinato. L´avvocatura dello Stato è attiva in due procedimenti, e ha appoggiato l´azione di responsabilità promossa dal commissario liquidatore».

Ma quanti soldi servono davvero, per bonificare il sito Caffaro? Fondra ieri ha affermato di ritenere non fondata la cifra che circola di 1,5 miliardi, soprattutto alla luce delle evidenze che emergono man mano che vanno avanti i lavori. Per esempio la campagna di indagini dell´Asl sui terreni agricoli a Sud, per capire se effettivamente il contaminante passa dalla terra ai prodotti come mais e sorgo, sta dando buoni risultati e si possono immaginare coltivazioni controllate. Quest´area sarà dunque da risanare o no, si è chiesto Fondra? Aggiungendo anche che in alcune zone, come attorno alla scuola Deledda o in via Nullo, è ormai accertata «la contaminazione non dalle rogge, ma da terra di riporto». Insomma, il denaro necessario dipende da come e dove si bonifica e «non si è ancora sentito nessuno che sul cuore dell´inquinamento abbia un´idea diversa da quella della decorticazione e sostituzione del terreno», ha detto l´assessore.

IN REALTÀ alcune opzioni sono emerse dal dibattito. Sabrina Sorlini dell´Università ha messo in fila i possibili interventi per la falda che nell´area Caffaro è inquinata non solo da cromo esavalente ma da organo clorurati: dal sistema «pump&treat» (pompaggio, trattamento e reimmissione nell´acquifero), alle barriere permeabili di tipo reattivo, al trattamento con impianto interno o esterno al pozzo e restituzione in falda, fino al trattamento biologico. Sergio Cappucci dell´Enea ha ricordato infatti che esistono molte matrici ambientali contaminate su uno stesso terreno e, contemporaneamente, molte tecnologie possibili: biologica, chimico fisica o elettrotermica. «Quando si hanno poche risorse - ha evidenziato - è necessario iniziare dove maggiore è l´incidenza sulla salute della popolazione».
A questo proposito Marina Mastrantonio dell´Enea, che detiene una specifica banca dati epidemiologica, ha confermato il triste primato della città rispetto al resto della Regione sui tumori «chiave» per la correlazione con il Pcb: «Per i melanomi non c´e differenza di mortalità, ma per i linfomi non Hodgkin abbiamo notato un eccesso di mortalità tra gli uomini di Brescia e un eccesso nelle donne di tumori alla mammella», ha detto, mentre Francesco Rampi (Inail) ha lanciato la proposta di un tavolo con Asl e Università per una «sorveglianza diffusa» dei lavoratori».
Accorato l´appello di Donatella Albini, consigliere delegato per la Sanità, a non concentrarsi solo sui malati di oggi ma a lavorare in modo preventivo per tutelare la salute dei bambini, che rischia di essere gravemente compromessa dall´inquinamento.
* articolo Bresciaoggi

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