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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Decreto Sostegni. Sabato 10 aprile la mobilitazione degli agricoli

Dopo il presidio del 31 marzo a Roma, il prossimo appuntamento è per il 10 aprile davanti alle Prefetture di tutta Italia (a Brescia il presidio in piazza Paolo VI dalle 9 alle 11). In allegato il volantino con i motivi della mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici del settore agricolo. 


Questa mattina Fai-Flai-Uila sono state audite dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Nel suo intervento Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil, ha ribadito la gravità delle discriminazioni a danno delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli che hanno ricevuto, dall’inizio della pandemia, soltanto due misure di sostegno (a marzo e ad aprile del 2020). In tutti gli altri interventi non sono stati mai presi in considerazione. 

Registriamo tuttavia una forte sproporzione tra gli interventi destinati alle imprese e quelli per i lavoratori, che hanno subìto un calo delle giornate lavorative molto importante e che non hanno beneficiato di nulla, neanche della possibilità di richiedere l’ammortizzatore sociale. Parliamo degli stagionali agricoli, dei lavoratori degli agriturismi, del florovivaismo, dei lavoratori “fragili” che non avendo giornate accantonate non hanno potuto nemmeno presentare la domanda per la disoccupazione agricola. Inoltre, non è la semplificazione dei voucher che potrà contribuire al rilancio del settore, perché sono strumenti che, semplificati, aumenterebbero il caporalato e lo sfruttamento.  

Se per un verso è vero che la tutela del lavoro è stata, anche grazie alle nostre pressioni, al centro dell’azione dei vari DPCM (blocco dei licenziamenti, cassa integrazione per tutti, soprattutto quella in deroga per i settori che, non versando i relativi contributi, non ne avrebbero avuto diritto) va ricordato che i lavoratori precari agricoli non sono coperti da questi provvedimenti: il divieto di licenziamento non impedisce che i contratti di lavoro a termine vadano a scadenza o non vengano rinnovati e, se non c’è un contratto di lavoro in essere, non si può essere sospesi in cassa integrazione.

Inoltre l’agricoltura ha un proprio specifico ammortizzatore sociale (la Disoccupazione Speciale Agricola) che anno per anno, in funzione del numero di giornate lavorate l’anno prima, indennizza i lavoratori delle giornate perse. Se quindi a causa dell’epidemia, gli avventizi hanno lavorato meno, oltre a perdere il reddito da lavoro, perderanno in proporzione la disoccupazione agricola.

Si calcoli che solo nella provincia di Brescia lavorano circa 12 mila addetti e che di questi, oltre 8 mila sono assunti con un contratto a termine e rischiano di cadere nella povertà, in condizioni drammatiche.

Con il decreto sostegni il Governo ha previsto ristori per le imprese e bonus per i lavoratori stagionali del turismo, ma si è completamente dimenticato dei lavoratori agricoli.

Per questo chiediamo:
- Garanzia per il 2020 dello stesso numero di giornate lavorate del 2019
- Riconoscimento di un bonus per i lavoratori stagionali agricoli
- Estensione della NASPI ai lavoratori agricoli a tempo indeterminato
- Respingiamo il tentativo di semplificare l’uso dei voucher nel settore, che diventerebbe il modo per aggirare le garanzie normative e salariali del CCNL oltre a compromettere il diritto alla disoccupazione agricola.

Tutti questi temi, legati alle nostre rivendicazioni, vanno affrontati con urgenza. Il 10 aprile le lavoratrici ed i lavoratori agricoli manifesteranno in tutte le piazze d’Italia, sotto le Prefetture: a Brescia presidio in piazza Paolo VI dalle 9 alle 11.

📎 QUI IL VOLANTINO .
📎 CARTELLI SLOGAN PER PRESIDIO .

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