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Le donne della Fisac a confronto: assemblea nazionale a Rimini

Inizia a Rimini, per chiudersi il 16, l’Assemblea nazionale delle delegate. Un appuntamento per discutere dei problemi nei luoghi di lavoro e dei ruoli femminili nell’organizzazione. Nessun ghetto, nessuno sfogatoio, ma un luogo di elaborazione concreto.


Il 14 gennaio si è aperta a Rimini “A pieno titolo”, l’Assemblea nazionale delle delegate della Fisac Cgil (il sindacato del credito e delle assicurazioni, ndr). Un appuntamento che si ripete ogni quattro anni, dove le sindacaliste della Fisac discutono dei problemi delle donne nei luoghi di lavoro e di se stesse nell’organizzazione. Una vera e propria “assemblea congressuale delle sindacaliste”, in cui viene eletto il coordinamento donne nazionale e un esecutivo. La Fisac è l’unica categoria nell’ambito degli attivi ad avere un coordinamento donne nazionale, previsto nello statuto.

Statuto della Fisac, art. 24 – Forme di organizzazione delle donne

“La Fisac, in materia di organizzazione delle donne a tutti i livelli, adotta nazionalmente la forma del coordinamento, restando ferma la possibilità a livello decentrato di adottare altre forme. In entrambi i casi il loro funzionamento dovrà prevedere regole democratiche e trasparenti. Tali organismi hanno diritto di avanzare proposte in merito: ai contenuti contrattuali rivendicativi, di politica economica e sociale; ai criteri e alle scelte nominative che attuino il riequilibrio della rappresentanza; agli argomenti da mettere all’ordine del giorno degli organismi dirigenti. I coordinamenti sono la sede di relazione politica e di confronto sia tra donne, sia con le varie forme di aggregazione che le donne stesse si danno; sono luogo di costruzione dei progetti politici e di mediazione”.

Le sindacaliste Fisac tengono molto al loro luogo di discussione, libero e costruttivo: una periodica occasione di scambio di idee ed esperienze tra i diversi territori e aziende. Nel corso degli anni il coordinamento donne ha conosciuto alti e bassi, ma dalle compagne non è mai stata messa in discussione la sua importante funzione all’interno della federazione. Nessun ghetto, nessuno sfogatoio, ma un luogo di elaborazione e lavoro concreto. Le lavoratrici nel settore bancario sono in crescita, ormai la metà della forza lavoro, lo stesso accade nel settore assicurativo. Analogo importante peso hanno le donne tra i nostri iscritti.

Guardando al presente, le proposte discusse ed elaborate dal coordinamento donne sono state inserite nella piattaforma per il rinnovo del contratto dei bancari, e una parte di esse è stata recepita nell’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale Abi sottoscritto recentemente. Siamo tutte coscienti che senza il coordinamento donne non sarebbe stato possibile. È necessario quindi continuare a lavorare affinché la contrattazione di genere sia un elemento sempre presente nei tavoli con la controparte, e ciò difficilmente si ottiene se parallelamente non si rafforza il cosiddetto empowerment femminile al nostro interno. Le nostre elaborazioni sono e devono diventare sempre più patrimonio comune.

Il lavoro delle donne in Italia continua a essere caratterizzato da segregazione occupazionale, impieghi poco qualificati, gap salariale e sottoccupazione. Solo la consapevolezza, la solidarietà di genere e la tenacia di noi sindacaliste può combattere questa cronica disuguaglianza e rendere più combattiva la categoria e la Cgil.

 

Agnese Palma, esecutivo nazionale donne Fisac Cgil

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