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Presidio permanente alla Medtronic, lunedì nuova assemblea e martedì dal prefetto

Dopo l'annuncio di chiusura dei siti bresciani la mobilitazione delle lavoratrici. «Una decisione gravissima, che smaschera purtroppo il disegno più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali e sempre smentito dall’azienda, di svuotare i siti bresciani non solo delle produzioni con minore valore aggiunto ma anche di quelle di più alto contenuto tecnico e specialistico»


Prosegue il presidio permanente giorno e notte delle lavoratrici davanti ai cancelli della Medtronic Invatec. La mobilitazione è in corso da giovedì, da quando cioè la multinazionale ha annunciato con una fredda nota la cessazione (entro il 2020) delle attività dei siti bresciani di Roncadelle e Torbole «nell'ambito del proprio progetto strategico di gestione globale delle attività produttive». Segnando quindi il destino per oltre 300 lavoratrici. Domenica, a rendere meno cupa la giornata dei presidianti, sono arrivati gli animatori per bambini di Saltabanco. Lunedì nuova assemblea alle 14. Martedì alle 16 incontro invece a Palazzo Broletto. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil confermano di aver ricevuto dal prefetto Annunziato Vardè la convocazione ufficiale. In Broletto, oltre a loro, siederanno i sindaci di Brescia, Torbole (Roberta Sisti) e Roncadelle (Damiano Spada), e i rappresentanti della Medtronic.

«Lavoro in Invatec dal 2002, prima a Roncadelle, poi a Torbole. Fino all'altro giorno ho creduto in questa azienda, pensavamo sarebbe rimasta un polo d'eccellenza - racconta Romana  -. Sono monoreddito, e questo sarà inevitabilmente un grosso problema per me».

«Una decisione gravissima - sottolinea Ugo Cherubini, segretario generale della Filctem Cgil Brescia -, che smaschera purtroppo il disegno più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali e sempre smentito dall’azienda, di svuotare i siti bresciani non solo delle produzioni con minore valore aggiunto ma anche di quelle di più alto contenuto tecnico e specialistico». Da parte dei sindacati anche il richiamo all'Aib a un ruolo di rappresentanza reale «e non meramente ad un ruolo notarile».

Di seguito i comunicati diffusi giovedì 7 giugno da parte dei sindacti di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

Stamattina presso l'AIB l'azienda Medtronic ha comunicato la chiusura definitiva e totale dei siti produttivi presenti sul territorio bresciano.
Le RSU e le tre Organizzazioni sindacali,FILCTEM - FENCA- UILTEC,hanno immediatamente convocato l'assemblea permanete dei lavoratori.
In assemblea si è deciso di presidiare i cancelli dei due stabilimenti per impedirne l'entrata e l'uscita dei prodotti inoltre è stato proclamato lo sciopero per l'intera giornata di Venerdì 08/06/2018.
Contemporaneamente è stata inviata la richiesta di un incontro presso il MISE .
Nelle assemblee, presenti il Sindaco di Brescia e il Sindaco di Roncadelle e CGIL-CISL-UIL, è stato chiesto di attivare un tavolo istituzionale di confronto fra le parti presso la Prefettura.
I lavoratori ritengono l'atteggiamento aziendale gravissimo e ribadiscono la volontà di lottare per il proprio futuro.

Una decisione gravissima, che smaschera purtroppo il disegno più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali e sempre smentito dall’azienda, di svuotare i siti bresciani non solo delle produzioni con minore valore aggiunto ma anche di quelle di più alto contenuto tecnico e specialistico. Le organizzazioni sindacali stigmatizzano duramente la comunicazione ricevuta questa mattina dalla direzione della Medtronic Invatec che nell’arco dei prossimi due anni ha intenzione di smantellare definitivamente le unità produttive di Roncadelle e Torbole Casaglia.
La risposta dei lavoratori, che complessivamente sono oltre 300, è stata immediata: fermo della produzione e assemblea permanente con i dirigenti sindacali confederali e di categoria.
Sono anni che alla Medtronic i dipendenti sono costretti a lavorare in presenza di piani di ristrutturazione occupazionale che ha praticamente dimezzato il numero degli addetti in forza ai due siti al momento del passaggio di proprietà, nel 2010, alla multinazionale americana.
Da allora ad oggi la battaglia dei lavoratori è sempre stata impari, tra cassa integrazione e contratti di solidarietà, licenziamenti collettivi e incentivi all’esodo.
Grave ed inaccettabile la decisione di delocalizzare la produzione in Messico, Irlanda, negli U.S.A, produzioni di alta qualità che da sempre vengono realizzate negli stabilimenti Bresciani.
Richiamamo l’AIB allo svolgimento del ruolo di rappresentanza degli imprenditori e non meramente ad un ruolo notarile, come ha svolto sino ad oggi, affinché si trovi soluzioni industriali per il mantenimento della produzione e dei livelli occupazionali e delle professionalità.
Riteniamo urgente ed indispensabile un tavolo Istituzionale nazionale presso il MISE e un tavolo Istituzionale locale in Prefettura, affinché anche la politica aiuti a trovare una soluzione che preveda il mantenimento delle produzioni nel nostro territorio.

 

 

 

 

 

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