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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Ammortizzatori dalla durata breve, a rischio oltre un migliaio di posti di lavoro in provincia di Brescia

Squassina (Cgil Brescia): «Necessario intervenire per modificare le regole attuali». Brescia ha ancora tante situazioni critiche aperte. L'edilizia è ancora un comparto in difficoltà. Tra i metalmeccanici, a titolo di esempio, ci sono 900 lavoratori e lavoratrici che termineranno a breve i contratti di solidarietà e 600 quelli che che non potranno più avere integrazioni al reddito grazie alla cassa integrazione straordinaria. Nella gomma-plastica e nel tessile i lavoratori e le lavoratrici a rischio sono circa 300, nel commercio un centinaio


I dati diffusi recentemente sulla crescita dell'occupazione sono ovviamente da accogliere positivamente - pur nella consapevolezza che questi incrementi sono soprattutto contratti precari, a termine o part-time involontari - ma le tante situazioni di crisi ancora aperte anche nella nostra provincia preoccupano, soprattutto in considerazione del fatto che gli ammortizzatori sociali sono oramai prossimi alla scadenza. Le modifiche introdotte dal Jobs Act hanno infatti ridotto sensibilmente la possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali riducendone durata e importi, limitandone la possibilità di ricorso per alcuni particolari casi di crisi di impresa ed eliminandoli completamente in altri (come ad esempio nelle procedure concorsuali: a Brescia, nel solo settore metalmeccanico, da inizio anno sono stati oltre un centinaio gli esuberi). Il risultato è che in diverse situazioni, soprattutto a causa della lentezza della ripresa produttiva, molte lavoratrici e  lavoratori sono a rischio licenziamento.

Brescia, che pur sta vivendo una moderata ripresa, ha ancora tante situazioni critiche aperte. L'edilizia è ancora un comparto in difficoltà, così come diverse sono le situazioni di sofferenza anche in altri settori. Tra i metalmeccanici, a titolo di esempio, ci sono 900 lavoratori e lavoratrici che termineranno a breve i contratti di solidarietà e 600 quelli che che non potranno più avere integrazioni al reddito grazie alla cassa integrazione straordinaria. Nella gomma-plastica e nel tessile i lavoratori e le lavoratrici a rischio sono circa 300, nel commercio un centinaio. A livello nazionale i lavoratori a rischio fine ammortizzatori sociali nei prossimi mesi sono poco meno di 200mila, oltre un migliaio dei quali a Brescia.

Parliamo di imprese che hanno situazioni di crisi specifiche e che avrebbero bisogno di essere accompagnate ancora per un po'di tempo dagli ammortizzatori sociali. Una situazione grave, che oltre a essere drammatica per le lavoratrici e i lavoratori interessati, rappresenterebbe anche una perdita di patrimonio, di capacità e di intelligenza produttiva. È inaccettabile che tutta l'occupazione persa (stabile e a tempo indeterminato) diventi occupazione povera e precaria. Chiunque sarà al governo, nel più breve tempo possibile, dovrà affrontare il tema della riforma degli ammortizzatori sociali per dare risposta alle lavoratrici, ai lavoratori ed al Paese.

Flavio Squassina
segreteria Camera del Lavoro di Brescia

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