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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Dagli Opg - gli ospedali psichiatrici giudiziari - alle Rems, le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza

La Camera del Lavoro di Brescia ha raccontato meriti e criticità della svolta, datata 2015. Un cambiamento epocale, che ha sancito la chiusura sul territorio nazionale nel 2015 dei sei manicomi psichiatrici rimasti, in cui erano rinchiuse 1.500 persone


* Dagli Opg - gli ospedali psichiatrici giudiziari - alle Rems, le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza. La Camera del Lavoro di Brescia ha raccontato meriti e criticità della svolta, datata 2015, in un incontro intitolato «La chiusura degli Opg. Tra "rivoluzione gentile" e "riforma possibile"», organizzata ieri pomeriggio nel salone Buozzi di via Folonari in occasione delle elezioni per le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) del 2018, e moderata da Stefano Ronchi, segretario Fp Cgil Brescia. Un cambiamento epocale, che ha sancito la chiusura sul territorio nazionale nel 2015 dei sei manicomi psichiatrici rimasti, in cui erano rinchiuse 1.500 persone, ai sensi del decreto legge numero 211/2011, convertito poi nella legge 9/2012. Ma come si presenta oggi, dopo un biennio pieno, il quadro italiano e bresciano? Interlocutorio.«In Italia esistono attualmente 31 Rems, per un totale di 604 pazienti - spiega Massimo Fada, candidato Rsu agli Spedali Civili di Brescia -. A Brescia contiamo invece una decina di ospiti nella struttura di Castiglione delle Stiviere, che pur non essendo sul territorio provinciale lo interessa, oltre a 25 persone seguite con modalità alternative: libertà vigilata, arresti domiciliari, strutture del dipartimento». Le Rems presentano caratteristiche precise. «Rispondono a un'aderenza territoriale secondo criteri di vicinanza, in cui le persone non sono più lontane da casa, ma nei confini regionali - racconta Franco Corleone, ex commissario unico per il superamento degli Opg -. Sono caratterizzate quindi da un modulo massimo di 20 persone che possono essere ospitate, ed è bandita la contenzione meccanica». Linee teoriche positive, che cozzano ancora con la realtà. In particolare quella di Castiglione delle Stiviere. «È un nodo che serve risolvere al più presto - prosegue Corleone -: la struttura si è trasformata in una sorta di sistema polimodulare di Rems, in cui sono ospitate circa 160 persone e vengono mantenuti i caratteri manicomiali. Occorre lavorare per superare tutto ciò». Il quadro italiano resta comunque positivo: «La creazione di strutture comunitarie rappresenta un traguardo straordinario - chiude l'ex commissario unico -. I vecchi Opg avevano molto poco di ospedale e molto di manicomio e carcere: le persone erano destinate a morire lì, in una sorta di "ergastolo bianco". L'Italia è all'avanguardia nel mondo per la chiusura dei manicomi, un percorso non facile ma avviato positivamente. Nelle Rems, inoltre, lavora personale qualificato e decisamente entusiasta per questa realizzazione civile». Tra gli interventi - prima della proiezione del film «La pazza gioia» di Paolo Virzì - anche quelli di Stefano Cecconi, portavoce nazionale di Stop Opg e di Silvia Spera, segretario generale della Cgil di Brescia. «Abbiamo deciso di promuovere questo incontro all'interno della campagna Rsu aperta nel pubblico impiego - spiega Spera -, con la spinta dei nostri delegati alla sanità. Le norme hanno portato a un cambiamento importante nelle strutture, ma incontrano ancora delle difficoltà. Oggi il tema della sanità mentale rimane residuale, mentre dovrebbe ricoprire un ruolo più esteso e diventare centrale in una discussione condivisa».L'ultimo pensiero riguarda invece una ricorrenza speciale. «Sono passati 40 anni dalla legge Basaglia, che chiuse i manicomi civili nel nostro Paese - fanno voce comune i relatori -: i manicomi criminali, all'epoca, non ne furono però interessati. Oggi stiamo compiendo passi fondamentali per colmare quella lacuna nella storia della sanità italiana».

* articolo Bresciaoggi sabato 24 marzo 2018

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