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La sanità e i tempi di attesa che si allungano, i costi che si contraggono, il personale che si riduce

«Il servizio giornalistico relativo alla situazione dei tempi di attesa per prenotazioni e visite mediche pubblicato nei giorni scorsi da alcuni quotidiani locali conferma le preoccupazioni che da tempo stiamo manifestando rispetto alla tenuta del sistema sanitario nazionale e alla garanzia del diritto all’accesso alle cure». L'intervento di Federica Trapletti (segreteria Camera del Lavoro) e Stefano Ronchi (segreteria Fp Cgil)


Il servizio giornalistico relativo alla situazione dei tempi di attesa per prenotazioni e visite mediche pubblicato nei giorni scorsi dal suo giornale conferma le preoccupazioni che da tempo stiamo manifestando rispetto alla tenuta del sistema sanitario nazionale e alla garanzia del diritto all’accesso alle cure.

La distanza tra i tempi di attesa del sistema pubblico rispetto al privato continua ad ampliarsi in modo oramai insostenibile da un lato mentre dall’altro i costi delle prestazioni si stanno uniformando, il che significa che la sanità privata (dove siamo in presenza di un mancato rinnovo contrattuale da ben 10 anni)  diventa sempre più competitiva sfruttando le inefficienze del sistema pubblico.

L’apertura serale degli ambulatori, questa la soluzione immaginata dalla Regione, non sembra percorribile stante l’organico esistente, già carente rispetto alle attuali esigenze, e ancor più va in conflitto rispetto all’impossibilità di assumere nuovo personale, stante l’attuale vincolo per le tre aziende ospedaliere bresciane di ridurre le spese del personale dell’ 1,4% entro il 2020 rispetto al costo del personale del 2004 . Tutto questo, è opportuno ricordarlo, in un contesto nel quale l’età media del personale è oggi di 51 anni e nella quale i servizi ai cittadini vengono garantiti solo attraverso la mancata fruizione delle ferie e dei turni di riposo.

L’integrazione dei servizi tra territorio e ospedale potrebbe avere senz’altro una funzione positiva nella prevenzione sanitaria, uno  degli strumenti possibili per ridurre  le liste di attesa e verificare appropriatezza delle prestazioni, ma di tale percorso, al di là di periodiche promesse, non v’è traccia in Lombardia.

La questione dei tempi di attesa per le prestazioni è peraltro tema che si intreccia con la riforma dei “cronici” appena entrata in vigore, rispetto alla quale in più occasioni abbiamo già sollevato il problema della scarsa chiarezza rispetto a diverse questioni, una delle quali riguarda proprio il come si incroceranno le agende già esistenti dei tempi di attesa con quelle della presa in carico dei pazienti cronici.

A fare da sfondo una spesa sanitaria complessiva che continua a contrarsi. Le strade per invertire la rotta, per migliorare il pubblico e renderlo più efficiente ci sono, ma di sicuro non passano attraverso blocco delle assunzione, contrazione della spesa e inefficienze gestionali.

Al centro devono esserci i cittadini e i loro bisogni. I quali hanno diritto di essere curati bene e in tempi rapidi.

Federica Trapletti – segreteria Camera del lavoro di Brescia
Stefano Ronchi – segreteria Fp Cgil Brescia

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