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Spera (Cgil): ora la politica dia risposte ai lavoratori

Nell'inserto associazioni del Giornale di Brescia in uscita l'intervista alla segretaria generale della Camera del Lavoro di Brescia. Dal dopo voto all'accordo Confindustria sindacati fino al reddito di cittadinanza: «Povertà e miseria diffusa sono un problema e dare risposte anche sul piano degli ammortizzatori sociali è doveroso. Poi si può discutere sul merito della proposta, di sicuro non è saggio deriderla o,  peggio, prendere in giro le persone in coda ai Caf».


Nell'inserto associazioni del Giornale di Brescia in uscita l'intervista alla segretaria generale della Camera del Lavoro di Brescia. Dal dopo voto all'accordo Confindustria sindacati fino al reddito di cittadinanza: «Povertà e miseria diffusa sono un problema e dare risposte anche sul piano degli ammortizzatori sociali è doveroso. Poi si può discutere sul merito della proposta, di sicuro non è saggio deriderla o,  peggio, prendere in giro le persone in coda ai Caf». Sotto il testo dell'intervista.

«Pensioni e reddito di cittadinanza riguardano le condizioni concrete delle persone. Alle quali dare risposta». A dirlo Silvia Spera, segretaria della Cgil di Brescia dal dicembre scorso, tutt'altro che stupita dall'esito delle elezioni politiche.

Il sindacato ha detto no alla legge Fornero.
«Lo abbiamo fatto, anche in solitudine, ma non siamo riusciti a cambiare l'impostazione generale di una legge che, sul piano sociale, è stata forse l'atto che più di ogni altro ha segnato la distanza tra politica e condizioni lavorative delle persone. Soprattutto al Nord. Il diritto ad andare in pensione riguarda tutti: per i giovani, che hanno percorsi lavorativi frammentati e iniziano a lavorare sempre più tardi è importante quanto i 50enni sapere quando e con che soldi andranno in pensione».

Del reddito di cittadinanza che pensa?
«Povertà e miseria diffusa sono un problema e dare risposte anche sul piano degli ammortizzatori sociali è doveroso. Poi si può discutere sul merito della proposta, di sicuro non è saggio deriderla o,  peggio, prendere in giro le persone in coda ai Caf».

È diventata grillina?
«La Cgil è da anni che sciopera, manifesta e dice che in Italia abbiamo un problema di lavoro che manca, di salari bassi, di povertà, di precarietà  di un sistema pensionistico che non va bene. Abbiamo raccolto milioni di firme contro il jobs act e per la carta dei diritti. Non è che smettiamo di farlo ora perché Lega e Cinque Stelle fanno alcune proposte».

E l'immigrazione?.
«L'immigrazione è questione che interroga tutti. La paura del migrante è spesso paura della povertà, paura di diventare poveri, è lotta tra poveri. Il punto di partenza è riconoscere l'altro come persona: se non lo si fa andiamo tutti alla deriva. La campagna elettorale di alcuni partiti ha avuto un'impronta xenofoba inaccettabile. In Italia e in Europa abbiamo conosciuto fascismo e razzismo e dovremmo stare attenti ad agitare certi spettri, invece vedo con preoccupazione che certe ideologie autoritarie e pericolose sono oramai equiparate a semplici opinioni. Grave e contro i principi della nostra Costituzione».
 
SALARI BASSI, UN NODO APERTO
Silvia Spera, i dati sull'occupazione a Brescia sembrano finalmente positivi.
«Che i numeri siano in miglioramento è innegabile: un dato positivo rispetto però al pesante punto di partenza formatosi negli anni di crisi. Tuttavia questi incrementi sono soprattutto di contratti a termine e questa è un'altra eredità dell'ultimo decennio e del jobs act  un mercato del lavoro decisamente precario e una flessibilità unilaterale da parte delle aziende».

Oltre al lavoro, c'è anche un problema di salario.
«Altroché. Positivo, se non altro, che nell'accordo sottoscritto da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil ci sia finalmente il riconoscimento che in Italia abbiamo un problema di salari bassi».

A proposito; dell'accordo Confindustria sindacati cosa pensa?
«Non è un accordo che stravolgerà le relazioni industriali nel nostro paese ma viene ribadita l'autonomia delle parti sociali. Una sottolineatura importante, per evitare invasioni di campo da parte della politica. Conferma inoltre il doppio livello della contrattazione: lo abbiamo preteso noi e non era scontato».

C'è anche un pezzo sulla certificazione della rappresentanza.
«La vicenda Fiat, contro la Fiom, ha aperto una diga che andava arginata. La certificazione riguarda anche le imprese. Importante per evitare la creazione di associazioni di comodo e la proliferazione del dumping contrattuale. Speriamo sia un passo verso la direzione di una legge sulla rappresentanza che proponiamo da tempo. A Brescia siamo stati però per il momento tra i pochi ad attivare una commissione provinciale dei garanti che certifica i voti alle RSU. I cui dati, ad oggi, ci dicono che i delegati Cgil sono fortemente rappresentativi. Ad aprile si voterà anche nel comparto pubblico e siamo fiduciosi».

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