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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Invatec, scaduti i termini della procedura di licenziamento collettivo

La nota di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Rsu. Trasformazione in part-time con riduzione esuberi da una parte e recpimento politiche attive tra le novità. Sindacati: Si perdono comunque posti di lavoro, riaprire con determinazione la politica di sviluppo e la politica industriale nel nostro Paese senza disperdere le nostre eccellenze è una priorità non più rinviabile


Oggi 06/06/2017, nella sede della Regione Lombardia è stata sottoscritta l’esperita procedura riguardante i licenziamenti collettivi attivati dall’azienda Invatec.
Da anni, di fronte al piano di ristrutturazione aziendale, si sono utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali compreso il contratto di solidarietà. Oggi le norme vigenti non consentono più l’utilizzo di alcun strumento.
L’esperita procedura riguarda fino a un massimo di 125 licenziamenti e previdenze economiche a favore dei lavoratori licenziati.
Si applicherà prioritariamente il  criterio della non opposizione  al licenziamento e in subordine i criteri di legge.

Il verbale prevede due significative novità riguardanti:

1) l’accettazione della azienda ad interventi di trasformazione part-time con conseguente riduzione degli esuberi;

2) il recepimento nel verbale di esperita procedura del verbale sottoscritto con la Provincia di Brescia il 05/06/2017 per l’attivazione di specifiche politiche attive finalizzate alla ricollocazione (con risorse dedicate dalla Provincia stessa) ammontanti a circa 250.000 euro. Tali risorse saranno finalizzate ad incentivare le assunzioni a tempo indeterminato del personale Invatec di cui alla procedura.

Con rammarico registriamo comunque la perdita di posti di lavoro e riteniamo che il Governo debba prevedere specifiche normative riguardanti le delocalizzazioni.
Riaprire con determinazione la politica di sviluppo e la politica industriale nel nostro Paese senza disperdere le nostre eccellenze è una priorità non più rinviabile.
Qualsiasi politica attiva destinata alle persone espulse dal ciclo produttivo non risolve certo il tema dell’occupazione, del rilancio industriale e tantomeno della dignità della persona legata al suo lavoro.

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