via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Referendum, iniziata la campagna elettorale

A Milano l'assemblea della confederazione lombarda con la quale inizia la sfida delle consultazioni popolari. Lattuada: "L'iniziativa va oltre i confini della nostra rappresentanza tradizionale". Baseotto: "Per merito nostro si torna a parlare di lavoro"


“È la prima volta che la Cgil affronta da sola una campagna elettorale, il cui oggetto va ben oltre i confini della nostra rappresentanza. Mai avevamo deciso di essere gli unici protagonisti. Ci giochiamo molto, di questo dobbiamo essere consapevoli e responsabili”. Così il segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada ha iniziato il proprio intervento, che ha aperto ieri mercoledì 18 gennaio) a Milano l’Assemblea generale della Confederazione regionale. “Un progetto – ha continuato – che assieme al Piano del lavoro e alla Carta dei diritti, che resta il nostro faro e il nostro obiettivo prioritario, definisce compiutamente la proposta politica della Cgil, affermando che è a partire dalla centralità dei diritti del singolo che si ricostruisce la coesione sociale”.

La data dei referendum deve essere fissata subito, ha proseguito Lattuada, sia per “permettere a ogni cittadino di informarsi e di partecipare” sia per “rendere esplicito e trasparente il tempo che si ha a disposizione per un’eventuale modifica legislativa che superi i quesiti referendari, modifica che se sarà sostanziale siamo pronti a sostenere”. Il segretario ha poi stigmatizzato “il preoccupante silenzio sul referendum riguardante la responsabilità solidale negli appalti, un silenzio che copre gli interessi economici delle imprese e le inaccettabili condizioni di questi lavoratori”. Il segretario generale della Cgil Lombardia ha poi chiesto al Parlamento “di avviare subito il dibattito sulla Carta dei diritti”, rimarcando come “votare e vincere i due referendum significa dare forza alla Carta”. In conclusione, Elena Lattuada ha invitato le delegate e i delegati a

parlare, convincere, ascoltare, confrontarsi in tutti i luoghi di lavoro, nelle assemblee con le altre confederazioni, coi pensionati nelle Leghe, nel porta a porta e quando prestiamo servizi di tutela individuale, perché il cambiamento è possibile e noi ora abbiamo la responsabilità di realizzarlo”.

In apertura del suo intervento, Nino Baseotto, segretario confederale della Cgil, ha voluto rivolgere “un pensiero angosciato accorato alle popolazioni del Centro Italia, nuovamente colpite da tre devastanti scosse di terremoto. L’impegno di solidarietà di Cgil, Cisl e Uil deve rinnovarsi per dare concretamente solidarietà a chi da mesi vive nell’angoscia”. Nel merito dei referendum popolari sul lavoro, il sindacalista, ha rivendicato alla Cgil il merito del fatto chedi lavoro si sia finalmente tornati a parlare.

in Italia politica e mass-media sono tornati a parlare di lavoro. Un grande fatto di democrazia e partecipazione che fanno bene al paese. E lo dico soprattutto a quei politici che in questi giorni stanno ragionando su come fare per impedire alle persone di andare a votare”.

Nello specifico, Baseotto ha ribadito che, in merito al quesito bocciato sull’articolo 18 “rispettiamo la Corte ma vogliamo leggere le motivazioni. Sappiamo di aver lavorato nel solco di altre pronunce della Corte e del referendum del 2003. Per questo non ci fermiamo. Continueremo con la contrattazione e gli strumenti del diritto – a partire dalla valutazione di un possibile ricorso alla Corte di giustizia – a dar battaglia. Per noi riconquistare il diritto all reintegra nel posto di lavoro è fondamentale per ristabilire un giusto equilibrio tra il datore di lavoro – la parte forte – e il lavoratore, che è la parte debole”. La Cgil, ha detto il segretario confederale, chiede di “fissare subito la data del referendum e che il Parlamento discuta la nostra proposta di Carta dei diritti universali del lavoro”. Siamo curiosi di sapere, ha sottolineato,“se in Parlamento esiste una maggioranza che condividera l’articolo 1 della nostra Carta: ricostruire un diritto del lavoro moderno, inclusivo, fondato sul principio che ci debbano essere uguali diritti per tutto il lavoro, sia esso dipendente, parasubordinato o autonomo”. In questo senso, ha argomentato Baseotto,

i due referendum ammessi sono importantissimi, perché parlano della dignità e della qualità del lavoro di milioni di persone, contro la malattia neoliberista che ha proposto meno tutele in cambio di più occupazione: una grande bugia. Sugli appalti, non chiediamo la luna, ma di ripristinare sani princìpi di civiltà che prima nel nostro paese c’erano”. Quanto ai voucher, “sono i dati a dirci che il loro uso è marginale per pensionati e studenti, mentre la fascia di età più coinvolta è quella tra i 35 e i 36 anni.

Se poi governo e Parlamento adotteranno dei provvedimenti tali da rendere inutile il referendum, ma sarà la Cassazione a stabilirlo, “festeggeremo in piazza, perché sarà una vittoria della Cgil. Per noi però resta fondamentale quanto scritto negli articoli 80 e 81 della Carta: lo strumento per regolare il lavoro accessorio deve essere di natura contrattuale e prevedere pienezza di contributi previdenziali e  assistenziali per chi lo usa”. Infine un appello a mettere in campo tutte le forze per vincere la battaglia referendaria: “La macchina organizzativa da sola non basta, per portare al voto 26 milioni di persone dobbiamo andare oltre la nostra rappresentanza”. “Il nostro messaggio – ha concluso – deve essere semplice e deciso: vogliamo cambiare le cose e liberare il lavoro dalla mancanza di diritti e dall’orpello della precarietà. Quindi: usciamo dalle sedi e iniziamo il nostro gigantesco porta a porta per convincere le persone”. Nel corso dell'assemblea, nel quale ci sono stati numerosi interventi di lavoratori, ha poi preso la parola Alessandro Amadori, vicepresidente dell’Istituto Piepoli che "seguirà" la campagna referendaria della Cgil. “Avverto in questo teatro un'energia costruttiva che è sempre più difficile da trovare in Italia – ha detto –. Io sono qui per aiutarvi a fare una buona campagna elettorale, perché i valori espressi dai referendum della Cgil sono dei valori che sento in prima persona”. “L'Italia sta attraversando una fase di forte disagio, reale, lavorativo, economico e valoriale – ha continuato Amadori -. Per affrontare questo disagio, quindi, bisogna usare due antidoti: la fiducia e la speranza. Sono queste le due parole fondamentali che ogni operatore Cgil deve trasmettere durante la prossima campagna referendaria. Il concetto di testimonianza dovrebbe essere al centro della comunicazione referendaria. Se noi dimostriamo, con i fatti e con le piccole azioni quotidiane, che crediamo nei valori che vogliamo diffondere, saremo di certo più efficaci. È la comunicazione testimoniale che ogni attivista Cgil deve mettere in campo nei prossimi mesi.” “La scelta della Cgil – ha concluso Amadori - è una scelta coraggiosa, una scelta storica per il nostro paese. La Cgil, con i referendum, potrà incidere davvero sulla storia italiana, sul futuro di tutti, e sulle vite delle generazioni che verranno. La vittoria oltre che auspicabile è possibile. Ed è importante che ci sia un'alta affluenza, perché così la Cgil potrà affermarsi come garante della vita democratica del Paese. Anche nell'ipotesi in cui vincano i no, con un alta affluenza, l'obiettivo sarebbe raggiunto”.

Approfondimenti

Approfondimenti