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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

L'INTERVENTO DI ADRIANO FAVERO, SEGRETARIO NIDIL CGIL BRESCIA

Su The Floating Piers e il miracolo non riuscito del lavoro di qualità


29 giugno 2016 - Nell’epoca della disoccupazione giovanile alle stelle, di questa società in affanno, che non produce più sicurezza economica per i cittadini che la compongono, giovani e meno giovani che siano, che offre lavori a singhiozzo e sempre più precari, trovare un lavoro di quindici giorni a fornire servizi ai turisti che accorrono a vedere “The Floating Piers” è una opportunità da non perdere. Un evento culturale, così importante per il nostro territorio, di proporzioni tali da riscuote così tanto successo ed interesse che dà lavoro ad un gran numero di persone: seicento sono pagate con i voucher, altre lavorano come somministrate (interinali). L’utilizzo dei voucher per gestire un numero così alto di persone ci aveva fortemente preoccupato: sappiamo che questo metodo di pagamento, nato per far emergere i piccoli e grandi lavori in nero, è spesso usato come “scudo” di tanti illeciti. Abbiamo richiesto ripetutamente all’azienda che organizza l’evento un incontro e quando lo abbiamo finalmente ottenuto The floating Piers ci ha assicurato che l’utilizzo dei voucher sarebbe stato rigorosissimo e non avrebbe lasciato spazio al lavoro nero. Benché avremmo preferito metodi di pagamento più tutelanti, ad oggi nessuna informazione negativa è giunta ai nostri sportelli sindacali. Su altri fronti invece le cose procedono diversamente.
Molti lavoratori sono stati assunti dalle aziende dell’indotto con contratti di somministrazione (interinali) ed hanno così iniziato contratti spot di pochi giorni speranzosi di poter lavorare tutto l’arco di tempo della manifestazione artistica.
L’evento The Floating Piers sta avendo un enorme successo.  Ma allora come è possibile che alcuni lavoratori interinali dopo essere stati contattati, selezionati, formati per una settimana intera ed aver ricevuto  una promessa di lavoro fino a domenica 3 luglio, hanno invece lavorato solo tre giorni? Dopo tante rassicurazioni e tante promesse di continuità di impiego hanno rinunciato ad altre proposte di lavoro. Volevano tener fede all’impegno preso ed hanno scelto di dedicarsi ai servizi per l’opera di Christo. Oggi invece ricevono un ben servito. Qualcuno darà risposte alte per ciò che è avvenuto, richiamando grandi questioni organizzative. Non si può non sottolineare però che anche in questa occasione la qualità del lavoro sia considerata l'ultimo dei problemi. Il Ponte di Christo sta facendo camminare sull'acqua decine di migliaia di persone ogni giorno, ma non è sicuramente riuscito a cambiare l'impronta, culturale prima ancora che economica, al modo di intendere il lavoro e la vita delle persone.

Adriano Favero
segretario generale Nidil Cgil Brescia

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