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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Pensioni, i tanti sbagli di Boeri


Gli Stati Uniti continuano a fare pressioni sull’Europa per arrivare
al taglio del debito greco ed evitare così l’uscita di Atene
dall’euro. Ma l’Europa sembra ormai incagliata nelle sue politiche di
rigidità. Fischi, ma anche tanti applausi ieri nell’aula del
Parlamento europeo a Strasburgo per il discorso del premier greco
Alexis Tsipras che ha messo sul banco la disponibilità del suo governo
ad attuare alcune delle riforme richieste in particolare sulle
pensioni e il fisco e ha scritto una lettera al Fondo Salva Stati. Il
premier greco ha ribadito però la necessità di cambiare la politica
europea che finora – per rispondere alla crisi – ha favorito solo le
banche, non i cittadini e i lavoratori. La Grecia è comunque pronta ad
un accordo, ma in un quadro sostenibile che non soffochi il paese. Ora
tocca all’Eurogruppo rispondere. La Cgil rilancia l’idea di una
Conferenza europea sul debito (ne ha parlato ieri Nino Baseotto in una
intervista a Radio Articolo 1) e stringe i contatti con i sindacati
europei per un’iniziativa comune. Intanto in Italia si riparla di
pensioni. L’occasione è stata data ieri dalla relazione del presidente
dell’Inps, Tito Boeri che propone uscite anticipate ma utilizzando il
contributivo. Per la Cgil la proposta di Boeri è sbagliata perché
produrrebbe una forte decurtazione delle pensioni. Molto netta anche
la reazione dell’Inca alle proposte di Boeri sui patronati, mentre
anche il ministro Poletti frena. Silvio Berlusconi condannato
per la compravendita di voti
che portarono alla fine del governo Prodi.
In Cina si cerca di frenare
il crollo delle Borse. Sospese le negoziazioni.

PENSIONI. CAMUSSO: LA PROPOSTA BOERI E' SBAGLIATA

Al presidente dell'Inps, Tito Boeri, secondo il quale "le regole del
sistema contributivo consentono una certa flessibilità in uscita"  e
che ha parlato di flessibilità sostenibile e di nuove opportunità di
versamenti perché "non si va in pensione, ma si prende la pensione",
ha risposto subito ieri il segretario generale della Cgil, Susanna
Camusso. “La proposta del presidente dell'Inps – ha detto ieri la
leader della Cgil subito dopo la relazione  - di una riforma del
sistema previdenziale che preveda la flessibilità in uscita
utilizzando il sistema contributivo è sbagliata''. In realtà,
utilizzare il sistema proposto da Boeri, secondo Camusso, '' vuol dire
abbassare del 30-35% le pensioni più povere''. La proposta del
presidente Boeri non sembra troppo enfatizzata sui quotidiani di oggi,
anche perché è stato lo stesso ministro Poletti ha frenare gli
entusiasmi. Il dibattito critico che le proposte contenute nella
relazione stanno suscitando viene ripreso comunque nelle pagine
interne con vari servizi. Tra questi citiamo quello di Luisa Grion su
Repubblica: “Pensioni, la riforma Boeri: chi esce prima avrà meno,
aiuti a over 55 senza lavoro: Contributo di solidarietà a carico dei
più ricchi. Critici Camusso e Damiano: assegni ridotti anche del 30%
in caso di uscita anticipata. (p.26). Sulla Stampa scrive Paolo
Baroni: “Boeri, prima a riposo, ma col contributivo” (p.9). Sul Fatto
Quotidiano scrivono Carlo Di Foggia e Franco Mostacci: “Pensioni, la
riforma col taglio di Boeri” (p.7). Sul Tempo Leonardo Ventura, “Ecco
come l’Inps vuole cambiare le pensioni” (p.14). Su Nazione, Il Resto
del Carlino e il Giorno, scrive Raffaele Marmo: “Inps, sette milioni
di mini assegni e un maxi buco. Pensioni, le cinque mosse di Boeri, a
casa prima con il contributivo” (p.8). Sull’Avvenire, sulle proposte
Boeri scrive Maurizio Carucci (p.8), mentre l’Unità fa una scelta
diversa da tutti gli altri dando molta rilevanza e molto credito alle
proposte del presidente Boeri. In prima pagina viene infatti ripresa
la battuta di Boeri sulla crisi che non è stata uguale per tutti,
mentre a pagina 2 scrive Felicia Masocco: “Quindici milioni di poveri,
soldi agli over 55 senza lavoro”. Nel suo servizio Felicia Masocco fa
riferimento alle reazioni critiche dei sindacati confederali (Cisl
compresa) sulla decurtazione degli assegni previdenziali che sarebbe
conseguente alla proposta Boeri, ma nella titolazione non si fa
riferimento alle dichiarazioni di Susanna Camusso e di Anna Maria
Furlan. L’editoriale di prima pagina è affidato invece al segretario
generale dello Spi Cgil, Carla Cantone:  . “Nuovo Welfare, nuova
Europa”. Nell’editoriale, parlando di Europa sociale e nuove
prospettive, Carla Cantone coglie l’occasione per ricordare che a
settembre sarà candidata a dirigere il sindacato europeo dei
pensionati.

PENSIONI. SUL RUOLO DEI PATRONATI L'INCA BOCCIA BOERI

L'Inca considera inaccettabile il passaggio della relazione del
presidente Tito Boeri dedicato ai rapporti dell'Istituto previdenziale
con i patronati, laddove si afferma di voler “porre fine a quella
logica di sostituibilità fra Inps e centri esterni (patronati, caf,
consulenti del lavoro) spesso localizzati a pochi metri dalle nostre
sedi, che in non pochi casi ha disorientato la nostra clientela,
rinviata per la soluzione dei problemi al di fuori dell'Inps, oltre
che da un servizio all'altro”. “La logica della sostituibilità, come
la chiama Boeri – spiega Fulvia Colombini, del collegio di presidenza
dell'Inca - è in realtà la logica di quei milioni di cittadini che si
rivolgono alle nostre strutture per avere quell'assistenza gratuita
che l'Inps non è in grado di svolgere”. “Ricordiamo al presidente
Boeri – chiarisce Colombini - che se queste persone dovessero
rivolgersi all'Istituto da lui presieduto, dovrebbe prevedere
l'assunzione di circa 100 mila persone. Cosa che di questi tempi non
vedo realizzabile”. “Sottolineo inoltre – aggiunge - che in tutti
questi anni di crisi, la rete dei patronati ha contribuito ad
assicurare i diritti previdenziali e socio assistenziali con un
personale che complessivamente non raggiunge le 15 mila unità, a
fronte di una sforbiciata (con la legge di stabilità) del Fondo
patronati ministeriale di 35 milioni”.

PENSIONI. TROPPE DISEGUAGLIANZE TRA DONNE E UOMINI

“Le disuguaglianze tra uomini e donne generano disparità sempre più
consistente su molti e diversi livelli, come confermano i dati odierni
del rapporto dell'Inps sulle pensioni delle donne”. Così Loredana
Taddei, responsabile politiche di genere Cgil Nazionale. Le donne più
degli uomini - sottolinea Taddei - sono relegate nello svolgimento di
lavori con contratti precari e con part-time spesso involontari, con
retribuzioni conseguentemente ridotte. Se a questo si aggiunge la
discontinuità lavorativa, a causa della difficile conciliazione tra
lavoro e famiglia e le forti discriminazioni esistenti nel mercato del
lavoro, sempre meno accessibile alle donne, si spiegano i riflessi
negativi anche nell'età pensionabile”. “Per realizzare un'effettiva
uguaglianza in termini di opportunità e di trattamenti economici -
conclude Taddei - è necessario un intervento concreto del governo, con
atti e politiche che contrastino le disuguaglianze nel corso
dell'intera vita lavorativa delle donne: dall'ingresso nel mercato del
lavoro fino alla pensione”.c

RELAZIONI INDUSTRIALI. SI TRATTA SUL MODELLO CONTRATTUALE

Sui quotidiani di oggi cogliamo vari spunti sulla trattativa tra
sindacati e industriali sul modello contrattuale. Sul Sole 24 ore
Giorgio Pogliotti parla del nodo del Cnel che avrebbe dovuto
raccogliere i dati sulla effettiva rappresentatività delle
organizzazioni sindacali, ma che ora va verso lo scioglimento: “Parti
sociali in cerca di intesa per riformare il modello contrattuale”
(p.12). Sulla stessa pagina il pezzo di Nicoletta Picchio sul
presidente di Confindustria: “Squinzi scuote i sindacati: i tempi
chiedono di cambiare”. Sul Corriere della Sera scrive Dario Di Vico:
“Contratti, si riapre il tavolo tra Confindustria e sindacati” (p.31).
Sul Fatto Quotidiano: “Squinzi ai sindacati: uniti contro Renzi,
altrimenti ci elimina” (p.7). Su Nazione, Il Resto del Carlino, il
Giorno: “Squinzi lancia un patto coi sindacati: reagiamo, o il governo
ci asfalta” (Andrea Bonzi, p.24). Sul Mattino (p.14): Squinzi contro
governo e sindacati, mentre sull’Avvenire si parla di Squinzi che apre
la battaglia dei contratti (p.8).

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