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Lombardia, il flop di Garanzia Giovani


8 aprile 2015 - Sono 43.685 i giovani iscritti al programma di attuazione Garanzia giovani, stando ai dati del rapporto diffuso dalla Regione Lombardia, ma solo in 540 mentre hanno firmato un contratto a tempo indeterminato. “Quest'ultimo dato rappresenta un punto di partenza per una riflessione avulsa da dogmi e dall'enfasi degli slogan di questi giorni. Su 43.000 iscritti a Garanzia giovani, appena l'1.2% riesce a conseguire un posto di lavoro stabile. Per risolvere il problema della disoccupazione giovanile serve ben altro. Altro che pannicelli caldi! Queste politiche non bastano affatto”, ammonisce Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia.

La Regione ha stabilito che un operatore accompagnerà il giovane, in cerca di lavoro, dalla ricerca fino al suo primo giorno da nuovo occupato. Il primo colloquio è stato sostenuto da 18.333 giovani, il 41.9% del totale, quelli presi in carico il 17.323 (39,6%), ancor meno quelli attivati nel mercato del lavoro: 10.575 (24,2%). "Di fatto – sostiene la Fiom Lombardia –, un giovane su quattro, tra quelli che si rivolgono a Garanzia Giovani, riesce ad avere un approdo, per la verità, abbastanza incerto nel mondo del lavoro. I problemi intervengono quando si va a definire l'esito occupazionale del suddetto percorso. Ebbene, i risultati in termini numerici sono piuttosto deludenti e frammentari".

Che tipo di lavoro si viene a creare per i nuovi occupati? Dei 10.575 giovani inseriti nel mercato del lavoro in Lombardia, poco più della metà 5.606 sono tirocinanti (il 53% in totale, ovvero il 12.8% degli iscritti), 3.558 sono occupati a tempo determinato (l'8.1% degli iscritti, vale a dire il 39.6 degli attivati), 871 sono apprendisti (appena il 2.0% degli iscritti, e solo l'8.2% degli attivati) ,

“Il dato su Garanzia giovani è significativo, perché indica come nonostante le tante risorse impiegate, lo strumento abbia un'efficacia estremamente debole nella creazione di posti di lavoro reali e duraturi nel tempo: bisogna assolutamente ripensarlo. Dato che la Regione riceve 178 milioni per l'attuazione del programma, non si può concedere nessun alibi, ma bisogna essere rigorosi su risultati ed effetti prodotti. Del resto, anche la Corte dei conti europea ha fatto emergere l'approssimazione del programma, come valido canale per ricercare impieghi qualitativamente dignitosi”, aggiunge Rota.

“Tutto questo attivismo va a ingrassare unicamente le agenzie formative di ricollocazione, e non è rivolto a chi cerca lavoro tra mille difficoltà. Questo dispendio di risorse va a rafforzare il business della formazione e delle presunte ricollocazioni, a discapito degli inoccupati”, asserisce il segretario delle tute blu lombarde. “Inoltre, forse bisognerebbe fare un ragionamento più incisivo, e pensare anche a un meccanismo che consenta di ricollocare i giovani fino a 29 anni, che lavorano per qualche mese e poi perdono il posto. In questa iniziativa di Garanzia giovani non abbiamo mai visto inglobato un lavoratore licenziato e ricollocato. È uno dei punti da migliorare nel provvedimento”, sottolinea ancora il dirigente sindacale.

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