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La scossa di Tsipras all'Europa. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di lunedì 26 gennaio


Alexis Tsipras ha vinto la sua battaglia ottenendo un consenso
elettorale che è andato molto oltre le più ottimistiche previsioni
della vigilia, sfiorando la maggioranza. Ora si apre un capitolo nuovo
della storia greca e di quella europea perché il punto dello scontro
rimane la politica di austerità e le condizioni dei lavoratori e dei
ceti medi. Non è un caso che il primo commento al risultato elettorale
di Atene sia stato quello di Weizmann, numero uno della Bundesbank. E
per oggi è già convocato un vertice tra la Bce di Mario Draghi e il
presidente della Commissione europea, Juncker. In Italia riparte
intanto la corsa al Quirinale, mentre non si placa la polemica tra il
premier Renzi e i magistrati. La Cgil invita però andare oltre le
polemiche di facciata perché il problema vero non è certo quello della
durata delle ferie dei giudici, ma riguarda l’allarme lanciato da
molti procuratori sulla situazione della giustizia. Domani si celebra
la Giornata della memoria a 70 anni dalla liberazione di Auschwitz.

GIUSTIZIA: NON SOTTOVALUTARE IL GRIDO D’ALLARME DEI MAGISTRATI

"Il grido di allarme lanciato da molti procuratori in occasione
dell’apertura dell’anno giudiziario non può essere rubricato a una
banale diatriba sulle ferie dei magistrati. Si tratta di una grave
sottovalutazione del governo a fronte dei fatti di cronaca che
quotidianamente forniscono un quadro netto e preciso delle necessità
della giustizia e della sicurezza nel nostro paese". Lo ha detto
Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, dopo la replica
del presidente del Consiglio Renzi alle affermazioni dei magistrati.
"In primo luogo - sottolinea Fracassi - servono risorse e mezzi per
combattere il malaffare". La dirigente sindacale indica i punti da cui
partire per dare un "significativo segnale": "coprire i vuoti di
organico nei tribunali (9.000 le unità mancanti) a partire dalla
stabilizzazione dei 3.000 tirocinanti del settore giustizia, e
garantire la riqualificazione del personale in servizio".  "Inoltre -
prosegue - è necessario rafforzare quelle procure che sono in prima
linea nella lotta alle mafie, come ha ricordato il procuratore di
Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho". Secondo la Cgil "occorre
agire con determinazione sul versante normativo, accantonando
timidezze e compromessi al ribasso: rivedere i termini di prescrizione
dei processi e reintrodurre il falso in bilancio, senza prevedere
larghe sacche di impunità, e accantonare la proposta di
depenalizzazione dell’evasione fiscale al 3%".

LA SVOLTA GRECA SULLA STAMPA

Ovviamente quasi tutte le prime pagine di oggi e i principali commenti
sono dedicati alla vittoria della sinistra radicale in Grecia. Tra le
interviste da segnale quella a Costas Lapavitsas, consigliere di
Tsipras: “Cancellare il nostro debito, abbiamo sei mei o l’euro
finirà” (Corriere della Sera, Andrea Nicastro, p.5). Su Repubblica
Andrea Tarquini per dare conto delle reazioni in Germania intervista
Philipp Missfelder (Cdu): “Pericolo contagio. Berlino non fa sconti”.
Sempre su Repubblica l’intervista di Roberto Mania al segretario della
Fiom, Maurizio Landini: “Anche la Fiom ha un progetto alternativo alla
Troika e al renzismo” (p.9). Il Messaggero intervista invece
l’economista Jean Paul Fitoussi: “Si chiude l’epoca del rigore. Ad
Atene ha vinto tutta la Ue” (Francesca Pierantozzi, p.3). Sul Mattino
parla Sergio Cofferati intervistato da Antonio Vastarelli: “Si può
vincere senza rinnegare se stessi” (p.5), mentre sul manifesto – che
normalmente il lunedì non è in edicola - parla Stefano Fassina
intervistato da Daniela Preziosi: “In Grecia vince la democrazia. Il
loro piano è il contrario del Jobs Act” (p.5). Per quanto riguarda i
commenti e gli editoriali, tra i tanti segnaliamo quello di Francesco
Manacorda sulla Stampa: “Chi paga il prezzo della Troika”. Il Corriere
della Sera affida il suo editoriale a Sergio Romano, “I numeri che
contano”. Secondo Romano bisogna stare molto attenti nel pensare che
la Grecia conti poco perché è piccola: “Se la Ue vuole essere molto di
più di una semplice alleanza, non è realistico pensare che i grandi
Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, reagirebbero distrattamente
all’abbandono di Atene”. Sempre sul Corriere scrive Danilo Taino, “La
partita del debito che preoccupa la Merkel”. Su Repubblica, tra i
tanti contribuiti quello di Andrea Bonanni, “La caduta del fattore S”.
Sul Messaggero scrive Giuliano da Empoli: “La spallata e i rischi nel
laboratorio dell’austerity”.   Sulla Stampa oltre all’editoriale di
Francesco Manacorda, Massimiliano Panarari si dice molto scettico
sulla possibilità della sinistra italiana di imitare i successi dei
greci, “Ma da noi non può funzionare”. (analogo il discorso di Stefano
Folli su Repubblica: la sinistra greca è lontana), mentre è ottimista
sul manifesto Norma Rangeri sulle possibilità di estendere il modello
Tsipras: “Missione possibile”.

ALTRE ANALISI, COMMENTI E INTERVISTE

SUL SINDACATO. “Sulla contrattazione sindacato senza bussola. Cgil,
Cisl, Uil convocano gli organismi dirigenti”. E’ il titolo del Diario
sindacale, la rubrica settimanale di Enrico Marro sul Corriere della
Sera. Nel pezzo di oggi Marro analizza le posizioni che si stanno
esprimendo all’interno delle confederazioni sul problema del blocco
della contrattazione dovuta alla situazione di inflazione zero. “E’
chiaro che dovremo immaginare soluzioni nuove confrontandoci con Cisl
e Uil”, dice Franco Martini, segretario confederale della Cgil. E’
evidente infatti che il contratto nazionale sta entrando in una crisi
senza precedenti per mancanza di spazi di manovra, mentre nella
contrattazione aziendale ci sarebbero margini per la redistribuzione,
ma lo strumento è poco utilizzato. In sostanza tutti e tre i sindacati
hanno bisogno di rifare il punto. La Cgil ha già convocato, proprio su
questo tema, il Direttivo del 18 febbraio prossimo.

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