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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Venerdì 12 alle 9 l'appuntamento in piazza Garibaldi. A Brescia anche i lavoratori di Cremona, Mantova e Valle Camonica


 

 

2014-12-11 * «Jobs act, legge di stabilità, politiche economiche del governo: così non va». Sono questi i tre fronti su cui Cgil e Uil chiamano domani alla mobilitazione anche a Brescia come in tutta Italia. Lo sciopero generale sarà di otto ore e in città si svolgerà una delle due manifestazioni previste in Lombardia (l´altra sarà a Milano). Alle 9 il raduno in piazza Garibaldi per proseguire in corteo fino a piazza Loggia dove interverranno prima il segretario generale della Uil di Brescia Daniele Bailo, poi rappresentanti e delegati delle diverse categorie e infine Elena Lattuada, leader della Cgil Lombardia. A Brescia arriveranno manifestanti anche dalla province di Cremona e Mantova oltre che dalla Valle Camonica (già una ventina i pullman previsti) e qualche disagio per la circolazione potrebbe esserci perché c´è da prevedere una partecipazione più numerosa rispetto a iniziative precedenti. In piazza Loggia ci sarà anche un momento di commemorazione davanti alla stele della strage in coincidenza del 45° anniversario della bomba di piazza Fontana a Milano che ricorre proprio domani.

Per Damiano Galletti, segretario generale della Camera del Lavoro, con il jobs act e la legge di stabilità il governo «manda un segnale sbagliato al paese dando di fatto alle imprese la libertà di fare quello che vogliono». Nel mirino ci sono ovviamente le modifiche all´articolo 18, le nuove regole sul demansionamento ma anche quelle sul controllo a distanza dei lavoratori. Ma sbagliata a giudizio del segretario della Cgil è pure la scelta di ridurre l´Irap: «Le imprese devono giustamente poter ridurre il costo del lavoro ma solo a fronte di investimenti sull´occupazione».

Punta invece l´accento sull´impossibilità per il sindacato di esercitare la sua capacità di contrattazione con il governo il segretario generale della Uil Daniele Bailo: «Ci sono stati solo due incontri inutili a Palazzo Chigi, poi più nulla. Non abbiamo potuto dare il nostro contributo». «Va rispettata la rappresentanza dei corpi intermedi», gli fa eco Galletti che sottolinea come «fatto storico» che Cgil e Uil siano in piazza insieme per lo sciopero. L´auspicio è che dopo il 12 dicembre «si trovi una sintesi unitaria anche con la Cisl che su questa partita ha voluto isolarsi», dice il segretario Cgil.

Per Bailo sono troppi i punti a cui il jobs act non dà risposte: «Si parla tanto di contratti a tutele crescenti ma verso che cosa? Senza dimenticare che riguarderanno non solo i neoassunti ma anche chi cambia lavoro. E in questi casi cosa succederà? Il tema della precarietà - continua il leader della Uil - non è assolutamente affrontato. Non si sa per esempio come saranno sostituite le 46 tipologie di contratto oggi esistenti». Anche la scelta di anticipare il tfr in busta paga è considerata un errore in quanto «disincentiva la previdenza integrativa».
Altra domanda senza risposta riguarda i tagli ai patronati gestiti dai sindacati che oggi svolgono un servizio sociale. «Si tratta di soldi che appartengono ai lavoratori e alle imprese, ma, a parte questo particolare non secondario, vorremmo sapere - si chiede Bailo - come l´Inps sarà in grado da solo con i suoi sportelli di sopperire alle richieste che oggi arrivano ai patronati?».

* articolo Bresciaoggi (Piergiorgio Chiarini)

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