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La ricetta sbagliata del Jobs Act, il futuro dell'acciao in Italia. Segnalazioni dai quotidiani di martedì 2 dicembre


Nuova previsione a ribasso sull'andamento del Pil italiano. Per il terzo trimestre l'Istat prevede infatti un meno 0,5%. Siamo praticamente fermi a 14 anni fa. In una situazione di difficoltà oggettiva, l'Italia cerca (per ora invano) di scuotere la politica europea: si facciano più investimenti. E mentre il prezzo del petrolio scende di nuovo, il presidente Putin, dopo aver subito le sanzioni, gela l'Europa sulla costruzione del gasdotto South Stream che sarebbe stato realizzato insieme all'Eni: l'opera non si farà. Sul fronte della politica interna, ieri il presidente Giorgio Napolitano ha sgomberato il campo da possibili equivoci confermando la volontà di mantenere il suo posto al Quirinale almeno fino a gennaio. Nel frattempo il premier Renzi cerca di accelerare (per quanto gli è possibile) sulle riforme. Ieri ha ottenuto un nuovo via libera dalla direzione del Pd, con due voti contrari e l'assenza della minoranza che ha scelto di non votare. Sono ancora parecchi però i nodi da sciogliere per il governo, a partire proprio dalle scelte economiche e dalle politiche del lavoro. Il governo insiste su misure che riducono i diritti e non creano occupazione. Si riaccende intanto il dibattito sulle forme che può assumere l'intervento dello Stato per salvare l'Ilva di Taranto. Si tratta ancora anche per le acciaierie di Terni. Oggi un incontro che potrebbe essere risolutivo. Questa mattina il segretario generale Susanna Camusso sarà a Taranto.

Camusso: il Jobs Act è una ricetta sbagliata

"Il Jobs act è una ricetta sbagliata, costruita su una promessa al Paese che non trova riscontro nel testo". Lo ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a Chianciano nel corso di un dibattito col presidente di Banca Monte Paschi Alessandro Profumo. "Ingiusto - ha spiegato Camusso - costruire, con una disoccupazione al 40%, una normativa che determina una prospettiva precaria e instabile. Siamo un Paese che ha tutte le leggi, gli accordi e gli strumenti possibili per affrontare le ristrutturazioni ma siamo un Paese che ha norme deboli per affrontare le discriminazioni contro le quali queste norme debbono esserci". Il segretario generale ha poi ribadito un concetto espresso in molte occasioni: "Non e' vero che il Jobs Act estende diritti, come si capisce leggendo il testo approvato alla Camera dei deputati. Non ci sono diritti in più e non c'è una forma di precarietà che viene abrogata".

ANALISI, COMMENTI E INTERVISTE

Sulla Legge di stabilità. Rilasciando una intervista al Sole 24 ore, il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, conferma che il governo troverà una soluzione sicura sulla tassazione sui macchinari (Marco Rogari a pagina 7).

Sull'Ilva e il ruolo dello Stato. Sul Sole 24 ore Paolo Bricco commenta nell'editoriale la vicenda Ilva e in particolare gli annunci del premier Renzi su un possibile intervento dello Stato nella soluzione della lunga crisi. Naturalmente Bricco, in nome del liberismo che contraddistingue il giornale degli industriali, si scaglia contro una eventuale statalizzazione dell'acciaio di Taranto. Le due amare verità dell'Ilva: la prima è che l'Italia ha bisogno dell'acciaio, la seconda che lo "Stato imprenditore non ha dato buone prove nel nostro Paese ed è un'opzione culturale che non ci appassiona...". Sull'Ilva e l'acciaio scrive anche Federico Fubini su Repubblica, "La trincea dell'acciaio" che riprende il discorso dalla scelta nel 2002 di George W.Bush della battaglia americana contro l'acciasio cinese ed europeo. (p.30). Sul Messaggero l'editoriale di
Giulio Sapelli è dedicato alla guerra dell'acciaio: "Stato-privati, la formula che può salvare l'Ilva". Sul manifesto scrive Vincenzo Comito (p.5). Su Repubblica, intervistato da Roberto Mania, parla il segretario della Fiom, Maurizio Landini: "Giusto questo intervento, ma non si trasformi in un'altra Alitalia. Dobbiamo salvare un pezzo decisivo del sistema industriale italiano e questo non si può fare senza lo Stato".

Sull'Europa e il populismo. Sul futuro dell'Europa e sulla crescita esponenziale del populismo parla oggi su Repubblica il filosofo tedesco Jurgen Habermas: "Ora in Europa il populismo sta conquistando anche i governi" (P.17).

Consenso e dialogo: sbagliato fare a meno dei corpi intermedi. Lo sostiene oggi sul Corriere della Sera Giuseppe De Rita. Il fondatore del Censis firma infatti un editoriale molto lucido intitolato "ascoltate chi sta sul campo". Intanto sullo sciopero di ieri della Cisl nel pubblico impiego titolano oggi vari giornali: tra questi il manifesto con un pezzo di Antonio Sciotto  ("Cisl sciopero solitario"), il Fatto Quotidiano ("La Cisl balla da sola, sciopero e dialogo con il governo", p.11); Avvenire: "Cisl in piazza con gli statali, il governo riapra i contratti". Negativo per la Cisl il titolo su La Notizia: "La Furlan fa la voce grossa, ma lo sciopero Cisl è un flop". (Maurizio Grosso a pagina 6).

Addio a Renato D'Agostini. Su rassegna.it il ricordo della redazione di Renato D'Agostini, che fu direttore di Rassegna Sindacale dal 1987 al 1998 negli anni di Pizzinato, Trentin e Cofferati. Nel 1999 fondò il sito di rassegna intuendo le potenzialità della nuova informazione sul web. D'Agostini è scomparso venerdì a Roma, all'età di 71 anni.

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