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PILLOLE DI CARTA

Renzi e i sindacati. Segnalazioni dai quotidiani di martedì 28 ottobre


Ricevuti ieri dal ministro Padoan, dal ministro Poletti, dal sottosegretario Delrio e della ministra Madia, i segretari di Cgil, Cisl, Uil hanno potuto esporre le loro idee sulla manovra e sulle politiche del lavoro e del fisco. Un’esposizione caduta però, (almeno finora) nel vuoto, poiché da parte del governo la risposta è stata: mandateci una mail, esamineremo i vostri contribuiti, ovviamente senza cambiare i saldi della manovra, mentre da parte del capo di governo, il presidente-segretario Matteo Renzi, arriva l’ennesima stangata polemica. E’ inutile che la Camusso parli d’incontro surreale, il governo non tratta sulla manovra con i sindacati, ha dichiarato. A loro spetta solo il ruolo di trattare con le imprese per evitare qualche licenziamento. Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, l’incontro non solo è stato surreale, ma è stato anche irrispettoso nei confronti del sindacato e soprattutto dei lavoratori.

Un’ora senza risposte. Camusso: ecco perché quell’incontro è stato surreale

La sintesi di quello che è successo ieri la prendiamo prima di tutto dal Corriere della Sera, dove Lorenzo Salvia racconta la reazione del segretario generale Susanna Camusso: “Abbiamo trovato surreale, dice Susanna Camusso, che non ci fosse nessuno in grado di rispondere alle nostre proposte. L’atteggiamento era questo: mandateci una mail”. Un incontro inutile dunque al ministero che è stato perfino rimesso in discussione dallo stesso premier quasi in contemporanea, visto che è stato lo stesso Renzi ha confermare che il governo non tratta con i sindacati sulla manovra. Il governo caso mai deve vedersela con il Parlamento, mentre ai sindacati spetta solo trattare con le imprese per salvare qualche posto di lavoro. Per il momento, scrive sempre Salvia, lo sciopero generale rimane in sospeso: “Ci hanno annunciato una fase meditativa, ha detto Camusso, “se mediteranno bene siamo pronti a cambiare idea, ma senza risposte andremo avanti”. Ma non è solo la Cgil ad essere scontenta, visti i commenti rilanciati sul Corriere e sugli altri quotidiani di oggi dei vertici di Cisl e Uil.  Di guerra senza fine tra governo e sindacati parlano anche Luisa Grionsu Repubblica e Roberto Giovannini sulla Stampa: “Camusso attacca. E Renzi: non tratto con i sindacati” (p.5). Il manifesto titola la sua copertina “Gli intrattabili” con la foto dei ministri che ieri hanno ricevuto i sindacati. Sull’incontro di ieri scrive Antonio Sciotto (p. 3): “Sciopero, ma non subito”. Camusso – titola il manifesto – non ha digerito le battute su gettone e rullino del premier, ma vuole calibrare le mosse. Si aspettano le mobilitazioni dei pensionati e pubblici per indire la data. Dopo l’8 novembre.  Anche sugli altri quotidiani sono molti i titoli sull’incontro-scontro di ieri. Sul Mattino “Il premier gela la Camusso”, sull’Avvenire, “L’ira dei sindacati: col governo un incontro surreale. L’accusa: i ministri non avevano il mandato a discutere. La Cisl chiede segnali. Poletti: valuteremo i loro consigli”. Su Europa scrive Nicola Mirenzi, “Effetto piazze. Cgil senza sponda: sciopero inevitabile”. Un punto di vista leggermente diverso rispetto all’esito dell’incontro di ieri è quello che propone il quotidiano “Il garantista” con un pezzo di Francesco Pacifico: “Camusso e Renzi si insultano e trattano”. Nel sottotitolo il Garantistaspiega che Delrio ha confermato l’interesse del governo a valutare le proposte del sindacato. “Di concreto – scrive però Pacifico – al momento c’è poco se non la paura da entrambi i lati di restare schiacciati dalla piazza e dall’ultima coda della crisi. Fatto sta che Palazzo Chigi ha voluto rilanciare la dichiarazione di Delrio sulla volontà di esaminare i contributi dei sindacati, “nel rispetto del saldo della manovra”.

Analisi, commenti e interviste

Governo Renzi: l’obiettivo è l’annientamento della Cgil?
“Il piano di Matteo: sterilizzare la Cgil” è il titolo del commento di Francesco Bei su Repubblica(p. 1 e 2) a proposito dell’ennesimo attacco diretto del premier alla Cgil. Ormai è chiaro a tutti, dice Bei, che si tratta di un vero e studiato proposito politico. Renzi infatti vuole “sterilizzare” (o rottamare?) la Cgil per ottenere due risutati: da una parte togliere di mezzo qualsiasi critica e possibile ostacolo all’attività diretta del governo, dall’altra togliere acqua a quella che potrebbe essere lo spazio per il lancio di una nuova formazione politica e o comunque un forte bacino elettorale al quale qualcuno magari sta già pensando. Su La Stampa scrive Fabio Martini che spiega che nonostante la grande piazza di Roma di sabato che era meno “pensionata” del solito, il premier Renzi non ha nessuna intenzione di rilanciare la concertazione, ma neppure la consociazione degli anni passati: “Così finisce l’era della concertazione. Piazza e scissione non fanno paura. Il premier sterilizza il fuoco amico: a sinistra non c’è più spazio”. (p.5)

Governo Renzi: Maria Elena Boschi, la “fanfana”
Nel suo corsivo sulla Stampa, “Per chi suona la fanfana”,  Massimo Gramellini ragiona sulla dichiarazione di Maria Elena Boschi in tv che, rispondendo alla domanda di Fazio sulla scelta tra Fanfani e Berlinguer ha detto (da aretina, quindi solo per questioni territoriali) di preferire il primo. Non si è trattato di una gaffe o di una frase sfuggita al controllo perché sa bene la Boschi, sostiene Gramellini, “cosa rappresenti Berlinguer per la base del partito. E anche cosa rappresenti Fanfani: l’uomo del referendum contro il divorzio, il poster di una Democrazia Cristiana riformista in economia, ma fieramente conservatrice in tutto il resto”.

Quelle riforme che non riformano niente
Su La Stampa Marcello Sorgi richiama l’attenzione continuamente distratta dal rumore di fondo su una riforma che è naufragata alla Camera nel completo disinteresse, quella del regolamento parlamentare che avrebbe dovuto riscrivere i rapporti tra governo e opposizione, ponendo fine alla guerriglia in aula che si trascina a Montecitorio da un anno e mezzo. Ebbene questa riforma è morta nel silenzio una settimana fa. (La Stampap. 1 e 27)

L’Italia evita la bocciatura, ma gli esami non sono finiti
Sul responso europeo sulla manovra economica del governo italiano scrive Alberto D’Argenio su Repubblica: “L’Italia evita la bocciatura immediata, Parigi rischia, non basta lo sforzo extra”. Ma la partita di Roma con l’Europa non è chiusa: presto nel mirino anche il debito.

Le due sinistre e i fantasmi che aleggiano
Su Repubblica Guido Craiz si augura che venga allontanato il fantasma delle due sinistre che è rientrato in campo prepotentemente in questi giorni e che però potrebbe portare “non tanto a una vera scissione, pur evocata, quanto alla progressiva dissoluzione di una sinistra riformatrice”. (p.31).

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