"Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia. Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web". Inizia così l'appello rivolto a tutte le istituzioni democratiche da un lungo elenco di associazioni, sindacati e movimenti politici, sotto il titolo "Mai più fascismi". Le sigle che lo hanno sottoscritto sono in tutto 24: c'è naturalmente l'Anpi, ci sono le Acli, Libera, l'Arci, Libertà e Giustizia, e ci sono i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, insieme a molte altre realtà della società civile e della politica.
L'appello mette in guardia prima di tutto dai "virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi è bollato come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali". I firmatari sottolineano come "fenomeni analoghi stiano avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell’est, e si manifestino specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente avvenuto a Varsavia, persino con atti di repressione e di persecuzione verso le opposizioni".
"Per questo - continua l'appello - uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale. Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi”.
Di qui l'invito alle istituzioni "a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell’attuazione della Costituzione". Ma anche "richiamando alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo”.
L'appello prosegue poi con un'esortazione "a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti, ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali".
"Per questo, uniti, chiediamo - si legge ancora nell'appello - che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere sciogliendole per legge, come già avvenuto in alcuni casi negli anni 70 e come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione". Il testo si chiude con la richiesta a cittadine e cittadini, associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali di sottoscrivere l'appello come "primo impegno verso una più vasta mobilitazione popolare e nazionale". "L’esperienza della Resistenza - si legge ancora - ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la conoscenza, con l’unità democratica, con la fermezza delle Istituzioni”.
"Nel nostro Paese - conclude l'appello "Mai più fascismi" - già un’altra volta la debolezza dello Stato rese possibile l’avventura fascista che portò sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell’umanità. L’Italia, l’Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo. Dicemmo “Mai più!”; oggi, ancora più forte, gridiamo “Mai più!”.
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