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Il piano Juncker, la mobilitazione dei lavoratori delle Provincie, Ucraina. Segnalazioni dai quotidiani di venerdì 19 dicembre


Piano Juncker al via da giugno e concessione agli Stati membri della rateazione per il pagamento del contributo al bilancio comunitario derivante dalle nuove modalità di calcolo dei conti pubblici. Si è concluso così il Consiglio europeo di ieri che ha anche sancito la fine della presidenza italiana. Il 13 gennaio il premier Matteo Renzi pronunceràil discorso di chiusura a Strasburgo. Sui quotidiani leggiamo commenti di segno opposto sul giudizio del semestre italiano. Molte le critiche sul mancato risultato della modifica delle politiche di austerità. Intanto le modifiche alla Legge di Stabilità introdotte dalla Commissione Bilancio del Senato entreranno in un maxi-emendamento del governo sul quale verrà chiesta la fiducia: l'esecutivo porterà oggi il testo in Aula. Piani di mobilità e poi licenziamenti per i dipendenti delle Province, che stano organizzando l’occupazione simbolica degli uffici. Oggi in aula arriveranno anche le riforme elettorali, mentre si stringe sul Jobs Act: sempre per oggi è confermato l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati. Un incontro che è frutto dello sciopero generale del 12 dicembre, ma il cui esito rimane molto incerto perché il governo non sembra intenzionato a cambiare il contenuto della legge delega. Il presidente Giorgio Napolitano annuncia le sue imminenti dimissioni. Sono passati nove anni dal suo ingresso al Quirinale. Domani a Roma l’addio a Virna Lisi, “sorriso d’Italia”.

Camusso ai lavoratori delle Province in mobilità: “Siamo con voi”

“Come sempre, anche oggi, siamo con voi in questa occupazione simbolica delle sedi provinciali. Siamo con voi per rinnovare l’amministrazione pubblica, per dare un servizio migliore ai cittadini, per creare e difendere il vostro lavoro così indispensabile e così bistrattato”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in merito alla mobilitazione dei lavoratori delle Province. “Una riforma - prosegue - che poteva davvero rendere più efficace l’azione delle Province, si è trasformata in un pasticcio di proporzioni colossali e rischia ora di diventare un’insopportabile ingiustizia che colpisce lavoratori e cittadini. Oggi occuperemo simbolicamente le Province perché vogliamo dire a un governo maldestro che senza l'esperienza, la conoscenza e la capacità di individuare e risolvere i problemi dei lavoratori, la pubblica amministrazione, i servizi, le tantissime prestazioni che le Province offrono alla comunità, non possono esistere. I cittadini ci troveranno nelle sedi provinciali e nei centri cittadini per spiegare loro gli effetti che la legge di Stabilità, se non corretta, produrrà sui servizi, sulle prestazioni e sul lavoro di tantissime persone”.

Ucraina. E’ necessario ricercare una soluzione pacifica

“La soluzione della crisi ucraina deve essere ricercata con un percorso pacifico”. E' quanto afferma il responsabile del segretariato Europa della Cgil nazionale, Fausto Durante, in merito alla discussione di oggi al Consiglio Ue. Secondo i dati recenti, resi noti dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, ricorda il dirigente sindacale, “sono 4.707 i morti e oltre 10mila i feriti della guerra nelle regioni dell'est dell'Ucraina, mentre il ministero ucraino della Difesa ha comunicato che sono 917 i militari morti finora nel conflitto nell'est del paese contro i separatisti, mentre il numero dei feriti è di 3.318. E' la fotografia della situazione che si vive oggi, nel cuore dell'Europa: un bilancio tremendo che viene completato da un pesante peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e dalla rilevazione di continue violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, torture, rapimenti e lavoro forzato”. “A questi drammi - prosegue Durante - si accompagna una situazione economica molto difficile: il Pil nel 2014 è sceso di sette punti percentuali, mentre cala del 10 % la produzione industriale e l'inflazione supera il 20'%. Inoltre la guerra nelle regioni dell'est ha provocato la chiusura di varie miniere di carbone, che oggi deve essere importato. Per dirla con le parole di un documento della Confederazione Europea dei Sindacati: 'E' necessario un intervento urgente di de-escalation della crisi in Ucraina e occorre dare speranza per un futuro migliore per i lavoratori e le loro famiglie, che sono le prime vittime della destabilizzazione sociale, economica e politica. L'Unione europea deve svolgere un ruolo pieno e generoso nel portare ad una soluzione pacifica che rispetti i diritti costituzionali e gli obblighi internazionali. In particolare,a tutte le minoranze devono essere garantiti i diritti come stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo'.

ANALISI E COMMENTI SU RUSSIA, EUROPA E DINTORNI

Sono parecchi in questi giorni i commentatori e gli analisti che si cimentano con la questione russa in Europa. Oggi il Sole 24 ore dedica all’argomento l’editoriale firmato da Adriana Cerretelli, “Lo scoglio di Mosca sulla rotta europea”. Nel suo ragionamento Cerretelli si concentra sul ruolo di mediatore tra le posizioni più intransigenti contro la Russia e Putin che potrebbe avere il presidente francese Hollande. Nell’editoriale le considerazioni anche economiche visti i grandi interessi in ballo delle imprese che fanno affari con la Russia. Alla situazione reale il Sole dedica la pagina 2 con articoli di Antonella Scott, Adriana Castagnoli e Luca Orlando. Anche l’editoriale del Corriere della Sera è dedicato all’Europa, ma dal punto di vista del ruolo avuto dall’Italia che ha avuto la presidenza per sei mesi. Danilo Taino però è abbastanza pessimista e critico: “Esito modesto di un semestre”. Anche il Corriere dedica vari approfondimenti alla Russia, (da pag.2 a 5). Sulla questione della flessibilità e sui giudizi sul varo del programma Juncker interviene Repubblicacon due pagine (16 e 17) e un richiamo in prima pagina: “La tentazione dell’Europa, basta sanzioni allo zar Putin” (Bonanni, D’Argenio e Lombardozzi).  Sulla Stampa l’editoriale di Stefano Lepri, “cosa resta del semestre italiano”. I risultati ottenuti sono davvero scarsi, ma questo non ha intaccato (almeno per ora) il giudizio sul governo Renzi. “Restano però tutte le tensioni – scrive Lepri – che rischiano di condurre nel corso del 2015 a momenti di confronto politico anche aspro tra Paesi”. Nell’immediato, comunque, il contagio da una eventuale riapertura del caso greco è poco probabile. Potranno portare un qualche sollievo le nuove iniziative che la Bce è pronta a prendere. A propisito di Russia su La Stampa scrive Cesare Martinetti, “Russia, anche Putin ammette la crisi”. Passando dall’altra parte del mondo, da segnalare sul manifesto l’articolo di Luciana Castellina sullo “sboqueo” tra Usa e Cuba.

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