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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Pubblico Impiego e cittadini, Europa in crisi , Stati Uniti e Barack Obama. Segnalazioni dai quotidiani di venerdì 7 novembre


La mobilitazione della Cgil contro la manovra del governo Renzi continua. Domani  sarà la volta della manifestazione nazionale dei lavoratori dei servizi pubblici e della conoscenza. L'appuntamento è in piazza del Popolo a Roma per i comizi, mentre dalle 14 sarà possibile seguire la manifestazione in diretta su RadioArticolo1 (www.radioarticolo1.it). La radio della Cgil darà voce ai lavoratori che sfileranno nelle vie della capitale e poi ai comizi finali. Tra gli interventi previsti quelli di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, e Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil. La mobilitazione è stata indetta unitariamente da 12 categorie di Cgil, Cisl e Uil. Per la prima volta tutte le organizzazioni sindacali dei servizi pubblici (scuola, sanità, funzioni centrali, servizi locali, sicurezza e soccorso pubblico, università, afam, privato sociale) si sono ritrovate unite dallo slogan #Pubblico6Tu e da una piattaforma comune per chiedere una vera riforma della pubblica amministrazione e del sistema di servizi ai cittadini. Salvi i 2000 lavoratori della raffineria di Gela: è stato infatti firmato un accordo per la riconversione "green" dell'impianto siciliano. Qualche ottimismo anche per la Ast di Terni. Entro lunedì saranno pagati gli stipendi, mentre sempre per lunedì è fissato un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Confermato però lo sciopero. Prosegue intanto in tutta l'Italia la battaglia dei patronati contro i tagli del governo che rischiano di far saltare il sistema dei servizi ai cittadini. I titoli principali delle prime pagine dei quotidiani sono dedicati oggi al nuovo allarme dell'Ocse e di Mario Draghi sull'economia europea che non riesce a
ripartire (ora la fine della crisi è rimandata al 2016) e allo scandalo fiscale che ha coinvolto il capo della Commissione europea Jean Claude Juncker. In Italia "scricchiola" il patto del Nazareno sulle riforme. In qualche  retroscena le battute che circolano a Palazzo Chigi sulla tentazione di Renzi di prepararsi alle elezioni in primavera.


Cgil a Madia: basta contrapporre lavoratori pubblici e privati

"Basta con la contrapposizione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati". Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, alla vigilia della manifestazione dei lavoratori pubblici, ha replicato alla dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, aggiungendo che: "Nella crisi tutto il lavoro dipendente ha pagato un prezzo altissimo: il settore privato in termini di perdita di addetti ciò è dovuto al crollo della produzione e non a minori tutele contrattuali mentre i lavoratori pubblici hanno pagato, con il blocco dei contratti, in termini di perdita salariale, che nei settori privati invece ha retto meglio". Per la Cgil "il ministro Madia dovrebbe considerare che i servizi pubblici garantiscono diritti e che in questi anni avremmo dovuto avere una crescita degli occupati che non c'è stata non solo per la mancata stabilizzazione dei
precari ma anche in virtù dei tagli ai settori pubblici che continuano anche nella legge di Stabilità". Quanto alle proposte, ricorda Sorrentino, "proprio la Cgil ha avviato da mesi la campagna 'Riformo IO' sulla qualificazione della pubblica amministrazione: alla presentazione doveva partecipare lo stesso ministro che però non si presentò al confronto". Infine, continua, "ma non per importanza, le categorie dei settori pubblici da tempo hanno rese pubbliche le loro proposte per una riforma della Pa per i cittadini che ricostruisca dignità e qualità del lavoro pubblico e dei settori privati ad esso collegati. La Cgil chiede da sempre la privatizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, peccato che sia il governo a tornare alla legiferazione e al controllo della politica". Inoltre, aggiunge la dirigente della Cgil, "il ministro dice che c'è un problema di
risorse per i contratti e che si lavora per garantire il superamento del precariato: non possiamo che essere d'accordo ma allora il governo assicuri nella legge di Stabilità le risorse necessarie per rinnovare i contratti, stabilizzare i precari, garantire i servizi ai cittadini, altrimenti sono affermazioni fuori dalla realtà". Domani, sabato 8 novembrecon una manifestazione nazionale a Roma, ricorda Sorrentino, "il lavoro pubblico si mobilita per rivendicare il diritto al contratto e, soprattutto, per difendere i servizi pubblici e i settori della conoscenza, unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze. Sono le politiche messe in campo che operano la divisione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati, tra dipendenti e precari, tra nord e sud, tra chi un lavoro ce l'ha e prova a difenderlo e chi non riesce a trovarlo perché il governo
toglie risorse alle politiche passive non investe nelle Politiche attive e non ha un'idea di sviluppo del paese".
La nuova emergenza abitativa è un problema sociale drammatico
"L'emergenza abitativa è un problema drammatico che rischia di diventare esplosivo dal punto di vista sociale. E' necessario da un lato contrastare l'illegalità e dall'altro dare risposte alle fasce più povere della popolazione". Così Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, ha commentato ieri le notizie sulle occupazioni abusive di alloggi nei quartieri popolari e ha rilanciato le proposte in materia del sindacato di corso d'Italia. "Occorre intervenire sulle cause: il sistema abitativo non è in grado di fronteggiare una situazione critica fortemente acuita dalla crisi". Per questo la Cgil chiede "un sostegno al reddito delle famiglie attraverso i fondi per l'affitto e per le morosità, che potrebbero confluire in una misura nazionale di contrasto alla povertà come il REIS (reddito di inclusione sociale) presentato dall'Alleanza Nazionale contro la Povertà". "Risorse
importanti possono derivare dall'utilizzazione dei fondi europei e dal contrasto all'evasione fiscale attraverso la compartecipazione dei Comuni, i cui proventi potrebbero confluire in appositi fondi Comunali per l'emergenza abitativa". "In una fase così delicata, l'arretramento dello spazio pubblico in un settore cruciale per la tenuta sociale del Paese deve essere sostituito dalla responsabilità e dall'impegno, anche finanziario, dello Stato". Sul portale Cgil (nella pagina sulle politiche abitative nella sezione della contrattazione sociale, tutti i numeri della nuova emergenza abitativa. (http://www.cgil.it/News/Default.aspx?ID=22612)


Firmato l'accordo per Gela. Al via un progetto di green rafinery

"Un negoziato duro e faticoso, segnato da tante ore di sciopero, ma alla fine risulta credibile  il sostegno al reddito di tutti i 2000 lavoratori, tra diretti e dell'indotto, per tutta la fase di transizione verso il progetto industriale di green refinery": è stato questo il commento "a caldo" di Emilio Miceli e Michele Pagliaro, rispettivamente segretari generali di Filctem e Cgil Sicilia, dopo la firma al ministero dello Sviluppo Economico del protocollo industriale  per l'area industriale di Gela che ha messo al centro un progetto di riconversione in "green refinery", tra le più grandi d' Europa. L'Eni investirà 2,2 miliardi di euro nel quadriennio 2014-2017. "Una questione senz'altro qualificante - continuano i due leader sindacali - è l'assicurazione che le nuove estrazioni e produzioni di petrolio e gas, rimarranno in Sicilia, oltre all'avvio delle
bonifiche degli impianti dismessi". "L'Eni si impegna a sviluppare - dicono Miceli e Pagliaro - un rapporto nuovo con le Università siciliane che darà l'opportunità a tanti giovani laureati di specializzarsi e misurarsi dentro il grande campo della riconversione sostenibile dell'Economia"

ANALISI, COMMENTI E INTERVISTE
La Germania distruggerà l'Europa?
Da segnalare oggi sul Sole 24 ore l'interessante commento di Vincenzo Visco ("Che cosa vuole fare la Germania?") a proposito della pericolosa rigidità che il governo tedesco continua a mantenere sull'economia europea e il rapporto tra i vari Stati. Visco fa partire le sue considerazioni analitiche da una dichiarazione di Joschja Fisher, leader dei Verdi ed ex ministro degli esteri della Germania Federale al Corriere della Sera nel maggio di due anni fa. "Sarebbe una tragica ironia - disse Fisher - se la Germania unita, con mezzi pacifici e le migliori intenzioni, causasse la distruzione dell'ordine europeo una terza volta. Eppure il rischio è questo". Secondo Visco è comunque un fatto che dal 2010 in poi "le scelte fondamentali sono state in conflitto con la logica di funzionamento di un'area a moneta unica. La previsione di Fischer, visto lo stato di cose
presenti, rischia di avverarsi. Il problema è quindi semplice: che vuole fare la Germania dell'Europa? L'Italia, sempre secondo Visco, avrebbe potuto provare a porre la questione politica ed economica nella sua interezza, ma finora non lo ha fatto. Sempre sul Sole 24 ore di oggi Adriana Cerretelli analizza "l'arma impropria del fisco europeo". Sul Sole 24 ore, oltre all'intervento di Visco, anche l'editoriale di Marco Onado si occupa di Europa: "La terapia di Francofote non basta senza riforme". Sempre a proposito di Europa da segnalare sul Corriere della Sera un retroscena di Danilo Taino sul ruolo della Bce guidata da Mario Draghi ("Dall'Eurotower segnale di unità per i mercati", p.10). "Mario Draghi ha voluto dare a mercati, governi e opinioni pubbliche un messaggio inequivocabile: la Bce ha la situazione pienamente sotto controllo". E la frattura di cui
si parla molto tra regioni del Nord e del Sud, secondo Draghi, non esisterebbe. Sul Messaggero la cronaca dei primi problemi di Juncker al comando: "Gia vacilla il neopresidente della Commissione. Bufera Juncker, il capo della Ue sotto accusa per il fisco facile" (David Carretta). Sulla Stampa Tonia Mastobuoni (inviata a Berlino) scrive sull'anniversario dell'unificazione tedesca: "25 anni dopo le Germanie sono ancora due" (p.10).

Barack Obama ora punterà sulla politica estera
"Battuto in casa, Barack gioca la carta estera" è il titolo del commento di Massimo Gaggi sul Corriere della sera. "Anche se nel vertice di oggi - scrive Gaggi - Obama cercheràdi ricucire un minimo di dialogo con i suoi avversari politici, è chiaro che non può darsi grandi traguardi per i suoi ultimi due anni alla Casa Bianca, almeno all'interno. Come previsto dagli analisti, non gli rimane, quindi, che puntare sulla scena internazionale dove non mancano problemi che richiedono un intervento degli Stati Uniti. Sull'esito delle elezioni americane, da segnalare anche l'articolo di Alexander Stillesu Repubblica, "Diario di un democratico nell'America delusa da Obama" (p.39).

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