Il problema è urgente, tutto bresciano, riguarda gli assegnatari in case Aler-Erp e i privati con teleriscaldamento: questo infatti «è connesso alla classe energetica degli edifici che risulta la più alta perché A2A ha il minor fattore di conversione di tutti: si tratta del parametro imposto dalla normativa per i calcoli tecnici.
Questo ha ricadute molto gravi per gli «inquilini Aler, i quali hanno costi di bollette invariati ma risultano vivere in case ottime dal punto di vista energetico, cosa che può comportare un rincaro dell'affitto ma senza una diminuzione di costi in bolletta», illustra Simone Cardin, del Sunia-Apu Cgil.
Le organizzazioni presenti ieri in conferenza stampa hanno quindi lanciato alcune proposte per trovare soluzioni. In primo luogo, sebbene la normativa sia nazionale, la Regione Lombardia potrebbe agire subito decretando che tutti i teleriscaldamento lombardi abbiano un fattore di conversione uguale, cioè dello 0,9 che è quello medio regionale. Nel medio periodo la richiesta è di una «revisione del metodo di calcolo della certificazione energetica che porti a considerare l'effettivo costo di gestione per il cittadino e le emissioni di gas climalteranti. Nel breve, un confronto tra A2A, e portatori di interesse».
Di seguito il comunicato congiunto diffuso ieri da Legambiente, Sunia-Apu, Sicet, Uniat, Federconsumatori, UPPI, Confedilizia-APE, Union Casa e APPC.