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Calcagni: d’accordo con Banca d’Italia, serve un nuovo “contratto sociale”

Ieri la presentazione del Rapporto annuale di Banca d’Italia, d’accordo con le parole del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, serve un nuovo “contratto sociale” tra governo, imprese e società civile, un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo.


Ieri la presentazione del Rapporto annuale di Banca d’Italia, d’accordo con le parole del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, serve un nuovo “contratto sociale” tra governo, imprese e società civile, un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo.

Rispetto all’analisi della relazione finale sui temi di settore, anche noi, sul tema della liquidità alle imprese, più volte abbiamo evidenziato la necessità di attenzionare l’erogazione del credito in aderenza alle normative antimafia e antiriciclaggio e siamo d’accordo rispetto al possibile problema che potremmo trovarci ad affrontare rispetto agli NPL.

Di fatto le carenze del Decreto Liquidita’ sono state evidenti come anche è stata evidente una qualche farraginosità del sistema del credito rispetto agli aspetti della messa a terra delle norme, è indubbio che la lettura delle lungaggini nelle erogazioni come elemento di responsabilità del sistema è stato scorretto.

Il prezzo ancora una volta è stato pagato dalla lavoratrici e dai lavoratori e non senza dover fronteggiare anche atti di violenza e aggressioni personali .

Apprezziamo anche il richiamo del Governatore rispetto alla stabilità dell’industria bancaria, ed è importante che tutto venga a nostro avviso con responsabilità e saldo ancoraggio al principio di realtà anche in relazione alle operazioni attualmente in corso.

Il presidio del territorio è un elemento essenziale per la tenuta complessiva e l’esperienza della pandemia come abbiamo già dichiarato ha dimostrato il valore sociale e territoriale delle agenzie bancarie

sull’importanza della digitalizzazione. “noi come sindacato l’abbiamo posto come prioritario nel rinnovo del contratto nazionale del lavoro, e’ un aspetto importantissimo e abbiamo constatato in questo periodo di emergenza quanto lo smart working sia stato utilizzato. Bisogna affrontare il tema senza avere altre limitazioni delle liberta’ delle lavoratrici e dei lavoratori ma una migliore modalita’ di lavorare”.

Rispetto poi all’innovazione tecnologica come leva per superare la crisi è indubbio come lo smart working sia stato dirimente nella gestione dell’attuale contingenza, occorrerà interpretare i processi di innovazione senza che vi siano compressioni  o limitazioni di diritti.

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