Il 20 maggio 2020 è il 50° anniversario dello Statuto dei Lavoratori – Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.
Riflettere oggi sullo Statuto dei Lavoratori, a 50 anni a distanza dalla sua entrata in vigore, significa non solo ripercorrere la storia di questa Legge, con gli attacchi e le modifiche che ha subito, ma la stessa Storia sociale del nostro Paese.
Nel 1969 ci fu lo storico Accordo per il Contratto nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici, la Strage di Piazza Fontana e la legge che istituiva l’uscita pensionistica con i 35 anni di contributi; nel 1970 fu approvato lo Statuto dei Lavoratori.
In breve, si definirono dei capisaldi a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno resistito per parecchi decenni e hanno garantito a intere generazioni di lavoratori di poter disporre di elementi di agibilità nei luoghi di lavoro e nella società.
Questo è costato molto: le stragi ravvicinate di Milano – Piazza Fontana (1969), di Brescia – Piazza Loggia (1974) e del treno Italicus (1974) sono la dimostrazione di come quella capacità di conquista fu duramente attaccata. In ogni modo, il movimento operaio ha saputo reagire a questi attacchi, allo stesso modo con cui sul finire degli anni 80 ha saputo reagire ai fatti sanguinosi legati al terrorismo e, ancora, a stragi come quella di Bologna del 1980.
La tenuta del movimento operaio è andata di pari passo con il mantenimento delle tutele garantite dallo Statuto e proprio attraverso queste tutele si è determinata la rappresentanza dei lavoratori passando attraverso diverse modifiche, che a sua volta ha tenuto in piedi anche il movimento democratico.
Gli attacchi al ruolo del Contratto nazionale, le continue riforme del sistema pensionistico e in ultimo, non a caso, la modifica pesante dello Statuto dei Lavoratori hanno determinato l’indebolimento delle tutele normative, economiche e sociali per tutti i lavoratori e l’indebolimento dell’intero sistema democratico così faticosamente conquistato e così faticosamente difeso.
Oggi lo Statuto dei Lavoratori, pur modificato, mantiene ugualmente la capacità di tutela per cui era stato introdotto ed è ancora determinante sotto il profilo legale e contrattuale. Rimane dunque ancora un modello da cui ripartire per migliorare le condizioni di migliaia di lavoratori.
Dobbiamo recuperare le forze che hanno portato alle conquiste di quegli anni e alla capacità di lettura e di proposta che hanno caratterizzato il movimento operaio.
Francesco Bertoli
Segretario Generale Cgil Brescia