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Filartex in liquidazione giudiziale

Il 30 ottobre il Tribunale fallimentare ha aperto la liquidazione giudiziale per l’azienda di Palazzolo S/O. Una lunga storia industriale quella della Filartex, ma anche una lunga storia sindacale. Il comunicato delle federazioni di categoria


Il 30 ottobre il Tribunale fallimentare ha aperto la liquidazione giudiziale per l’azienda Filartex S.p.A. di Palazzolo S/O. Quella della Filartex è una lunga storia di una azienda tessile nata e sviluppatasi in quella fetta di territorio un tempo denominata la Manchester dell’Oglio. Filature e tessiture che nell’area di Palazzolo hanno assicurato lavoro ad intere generazioni soprattutto di donne. Negli ultimi vent’anni la crisi strutturale del settore tessile ha colpito pesantemente il nostro territorio determinando la perdita di centinaia di posti di lavoro. Crisi che ha colpito anche la Filartex S.p.A. della famiglia Bonadei.

Una lunga storia industriale quella della Filartex, ma anche una lunga storia sindacale. Sindacato che nel corso degli anni ha saputo prima fare contrattazione sempre di ottimo livello e poi gestire insieme alla azienda le dismissioni, evitando ogni volta di ricorrere ai licenziamenti collettivi. Strategia che con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e lo spostamento da una unità produttiva all’altra ha accompagnato alla pensione centinaia di lavoratori ed ha permesso la ricollocazione di tanti altri.

L’ulteriore crisi post-Covid ha segnato l’inizio della fine di questa lunga storia. Il livello di indebitamento della società, l’impossibilità a monetizzare le molteplici aree industriali dismesse, la continua instabilità del mercato, il rincaro delle materie prime sono fattori che hanno minato ogni possibilità di galleggiamento.

L’ultimo tentativo di salvataggio viene messo in atto lo scorso mese di marzo con una operazione di concordato e la ricerca di nuovi soci disponibili a rivitalizzare la società. Dopo sette mesi di tentativi il 30 ottobre il Tribunale ne decreta il fallimento. Da quel momento, dopo oltre sessant’anni di attività, in alcuni periodi addirittura a sei giorni la settimana, si sono fermati i macchinari, spenti i filatoi, spente le luci degli spogliatoi e delle sale mensa, teatro di innumerevoli assemblee sindacali ove si sono celebrati momenti di intense discussioni, rabbia, felicità, tristezze.

Rimangono una sessantina di uomini e donne che incarnano una lunga storia fatta di lavoro, passione e tanta professionalità, caratteristica propria dei lavoratori tessili.

Ora la richiesta sindacale avanzata immediatamente al curatore fallimentare è quella di attivare la cassa integrazione per cessazione per gestire con l’ammortizzatore sociale e le politiche attive del lavoro un periodo congruo per le lavoratrici e lavoratori coinvolti: molti di essi sono lontani dalla pensione e sono in quella fascia di età difficile al ricollocamento. Inoltre i lavoratori, a seguito del nuovo Codice della crisi di impresa, risultano ancora dipendenti ma sospesi senza retribuzione finché il giudice non decide. Per questo è Urgente attivare la cassa integrazione.

Rimane anche la speranza che in tempi stretti ci possa essere qualcuno che rilevi l’attività, in modo che questa lunga storia possa continuare.

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