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25 novembre, Fisac Cgil di Brescia incontra una artista di fama internazionale: Silvana Lunetta.

Accomunati nella volontà di diffondere un messaggio per l’eliminazione della violenza sulle donne ci siamo confrontati con Silvana Lunetta che con incredibile generosità ci ha concesso di fotografare alcune sue opere d’arte.


Accomunati nella volontà di diffondere un messaggio per l’eliminazione della violenza sulle donne ci siamo confrontati con Silvana Lunetta che con incredibile generosità ci ha concesso di fotografare alcune sue opere d’arte. 

Silvana è un’artista di fama internazionale che ha trovato spazio con un saggio che racconta parte del suo percorso nella biblioteca del Metropolitan Museum di New York. Ha ideato delle opere d’arte ove con una forza visiva dirompente è riuscita ad illustrare il tema in tutte le sue sfaccettature. In queste creazioni artistiche c’è tutto: l’oppressione, il senso d’impotenza, la violenza, la ricerca di libertà e la speranza di una nuova vita.

Questa collaborazione con un’artista di tale levatura, una donna con una sensibilità infinita che ha dedicato la vita al diffondere messaggi di forte valore sociale ed umano, attraverso le sue meravigliose opere, è per noi un vero onore. Abbiamo elaborato un video nel modo che la FISAC di Brescia ha scelto di utilizzare in un percorso di innovazione. Un video da condividere con gli iscritti per sottolineare il nostro impegno sindacale perché il silenzio diventi voce.

>>> GUARDA IL VIDEO .

Il giorno dopo. Era una bambina.
Il giorno dopo. Non lo ricorda.
Il giorno dopo. Ricorda la notte.
Il giorno dopo è ancora oggi. Il giorno dopo non le credeva nessuno.
Il giorno dopo avrebbe voluto che non arrivasse mai.

Il giorno dopo è passato.

Il giorno dopo non passa.

Una lunga notte senza fine.

Due minuti tra dolore, memoria, consapevolezza, rivoluzione, rinascita.

Ringraziamo l'artista Silvana Lunetta per averci donato la colonna visiva portante di questo cortometraggio e per la sua incessante e instancabile lotta per la difesa delle donne.

Perchè il giorno della violenza smetta di esistere.
Perchè il giorno della violenza sparisca dalla faccia della terra.

 

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Silvana Lunetta

Silvana Lunetta è una curiosa della vita, e, già adolescente, era a incantarsi nei musei siciliani. La svolta attraverso la pittura a Caltanissetta, città natale (1946), già con una prima personale nel 1975, poi l’incisione alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia con i maestri Riccardo Licata e Nicole Sene, e la ceramica a Firenze e a Faenza per approfondire la tecnica Raku che esporrà con successo in una mostra a Palazzo Resuttano di Palermo nel 2008.
Dinamica, soprattutto nei contatti culturali, s’accompagna con intellettuali quali Leonardo Sciascia e Jean Albert Derrien. Lascia per diversi anni la pittura e si dedica al disegno a china realizzando incisioni all’acquaforte presentate alla “Galleria dell’incisione” di Venezia nel 1983.
Dopo tappe a Parigi, a Londra e Vienna, dove stringe amicizie con artisti locali, e a Budapest, Vienna, Buenos Aires e Berlino dove porta sue opere in mostra. Lascia Caltanissetta nel 2012 per stabilirsi a Brescia qui nasce una nuova esigenza creativa nel ridare un senso alla pittura e alla materia accomunate nella sua arte. Inizia un percorso per un nucleo di opere a costituire un ciclo in cui evocare l’essenza sociale attraverso un processo di manipolazione nel popolare le tele di oggetti accostati in agglomerati accanto a ciò che resta della pittura razionale quanto, se non addirittura, in sostituzione.
Nel 2017 è selezionata da Andrea Barretta per il Catalogo Mondadori dell’Arte Moderna, che ne comporrà anche la vicenda artistica in un saggio monografico dal titolo: “Rimandi esistenziali nell’arte di Silvana Lunetta”, presente nella biblioteca del Metropolitan Museum di New York.
Le opere di Lunetta segnano l’utopia di un ritorno a un’arte impegnata nella realtà sociale, valore che si esaurisce se non è in grado di compromettersi e raccontare quell’idealismo di credere che l’arte possa servire a cambiarla per costruire un mondo in rapporto all’uomo e la sua terra, qui intesa come luogo universale. E lo fa con il rigore della materia, applicando sulle tele strati spessi e rugosi di colore, colpi di spatola mescolati ad altri materiali, come carte, stoffe, sabbie, foglie o pezzi di juta e fotografie strappate, quasi a cercare il senso del vivere, disincantata dall’espressionismo astratto.

L’autenticità di Silvana Lunetta è tutta qui, nel dare forma all’informe, nella lotta con la materia viva e pulsante, nella furiosa legittimazione del connubio tra meditazione e speranza di riscatto e il coinvolgimento totale di corpo e spirito smembrati da slanci espressivi che tentano di dare un senso alla vita, a situazioni di confronto lacerate da rassegnazioni nichiliste, di visioni misticheggianti caratterizzate da bordi sfrangiati e vibranti in un diverso stato di immaterialità. La sua è una denuncia gestuale che rimanda alle forme mutuate dalla natura, nel suo vissuto che è poesia attraverso l’organizzazione di uno spazio sulla tela, come interazione negli anfratti del pensiero, come memoria di un luogo: gioia e felicità, amarezza e nostalgia, perché la terra è madre, da essa veniamo e ad essa torneremo.

(Stralcio di commento del critico d’arte Andrea Barretta).

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