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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Ciao Roberto

Ci ha raggiunto la notizia della scomparsa di Roberto Cucchini, per anni appassionato responsabile dell'Archivio Cgil di Brescia. Nell'esprimere vicinanza ai suoi cari in questo momento di lutto, proponiamo un breve ricordo per ripercorrere le vie del suo impegno e del suo lavoro. 


Roberto Cucchini entrò a far parte della Camera del Lavoro di Brescia nei primi anni Ottanta come responsabile dei fondi archivistici e bibliografici di quello che è sempre stato considerato il cuore culturale della CGIL bresciana, il suo Archivio Storico.

Il nostro Archivio, fin dalla sua apertura al pubblico nel 1981, è intitolato all’operaio attivista antifascista Bigio Savoldi (1889-1952) e a Livia Bottardi Milani (1942-1974), vittima della Strage di piazza della Loggia, ma per tutti è l’Archivio storico CGIL e Roberto ne è stato per quasi 20 anni l’Archivista. Così viene ancora ricordato dagli studiosi frequentatori delle carte ivi conservate.

Ma Roberto non fu solo un archivista, fu soprattutto studioso e animatore culturale della CGIL di quegli anni.

Impiegato tecnico presso l’Ufficio Attrezzature dell’OM Iveco, componente del Comitato esecutivo del Consiglio di fabbrica negli anni dell'Autunno caldo, uscì in aspettativa sindacale e gli venne dato l’incarico di responsabile dell’Archivio storico. Egli continuò l’attività di riordino delle carte iniziato da Irma Cantoni e Maurizio Magri, si appassionò molto anche alle collezioni librarie e ne impostò il catalogo.

Forte di un grande interesse per la storia fu artefice e organizzatore, in occasione del 90° e del 100° anniversario della nascita della Camera del Lavoro, di importanti convegni sulla storia della Camera del Lavoro di Brescia e sul sindacato nella storia di un secolo di emigrazione italiana in America Latina, continente per il quale Roberto provava un sentimento di amore, di cui rimangono tracce nel patrimonio documentario dell’Archivio.

Ferito nella Strage fu anche protagonista, in manifestazioni e pubblicazioni, del racconto del 28 maggio 1974 e del complicato e doloroso iter giudiziario.

Studioso appassionato fu autore di innumerevoli pubblicazioni sulla storia del sindacato bresciano e biografo, soprattutto negli ultimi anni, da pensionato, di molti attivisti della CGIL.

Fu, infine, convinto pacifista e tra i fondi più corposi conservati sui nostri scaffali spicca proprio quel fondo da lui prodotto in anni di paziente lavoro di “attivista per la pace”, il Fondo “Armi e Disarmo”.

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