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Dossier Statistico Immigrazione 2021

Presentata anche a Brescia la nuova edizione del Dossier statistico Immigrazione, una ricerca sostenuta anche dalla Cgil e che viene curata annualmente da Idos e dal Centro Studi Confronti. 


Venerdì 5 novembre è stato presentato a Brescia il Dossier Statistico Immigrazione 2021. Il Dossier, giunto alla 31ª edizione, è il rapporto socio-statistico sulle migrazioni in Italia curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, da sette anni in collaborazione con il Centro Studi Confronti. Si tratta di un’opera corale, alla cui realizzazione contribuiscono oltre 100 autori, esperti e studiosi tra i più autorevoli a livello nazionale, afferenti a una vasta pluralità di strutture pubbliche e del privato sociale, oltre che una consolidata rete di referenti regionali di IDOS, ai quali sono affidati le analisi e gli approfondimenti inerenti ciascuna regione e provincia autonoma d’Italia.

L'incontro si è aperto con la presentazione di Franco Valenti che ha fornito un quadro d'insieme sulla ricerca, seguita da un focus specifico sulla situazione bresciana, illustrata da Clemente Elia (Dipartimento immigrazione Cgil Lombardia e coredattore del Dossier). Si sono poi succeduti gli interventi di Marco Fenaroli (assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia), di Alessandro Sipolo (Kpax) e dei rappresentanti delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

PRESENTAZIONE “DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE”
📎 SINTESI DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2021 .
📎 DOSSIER IMMIGRAZIONE 2021. I DATI DELLA LOMBARDIA .


Di seguito uno stralcio dell'articolo del Giornale di Brescia di venerdì 29 ottobre 2021:

Sono le donne straniere quelle che hanno pagato il conto più salato della crisi generata dalla pandemia. Nel 2020 si registra un calo di quasi cinque punti percentuali del loro tasso di occupazione, pari a otto volte quello delle donne italiane. Essere donna e straniera diventa così un «doppio svantaggio» con «chiari riflessi sul tessuto occupazionale».

I dati del dossier descrivono un modello lavorativo «cronicizzato», che tiene gli stranieri ai margini del mercato occupazionale «inchiodati ai lavori meno qualificati, più precari, meno retribuiti e più pesanti». In cifre: quasi il 40% dei lavoratori stranieri svolge una mansione di livello più basso rispetto ai titoli di formazione posseduti (a fronte del 24,3% tra gli italiani) con una retribuzione media mensile di poco più di mille euro: un quarto in meno di quanto percepito dagli italiani.

Che fare, dunque? «In primis - spiega Clemente Elia che insieme a Franco Valenti ha contribuito a redigere il focus regionale del dossier Idos - bisogna lavorare su politiche di cittadinanza, ovvero percorsi di inclusione, uguaglianza di trattamento e meccanismi anti-discriminatori», perché «per sentirsi parte di una comunità bisogna avere l’opportunità di farne parte a tutti gli effetti e la partecipazione la si può pretendere solo quando si danno pari diritti». Quindi, serve maggior attenzione alle politiche attive del lavoro: «C’è un tema aperto che va affrontato, perché è il lavoro povero che attrae il lavoratore straniero e su questo si deve intervenire a livello nazionale».

Infine, è urgente agire sui flussi di ingresso: «Dal 2008 non abbiamo una vera programmazione: non si può più fare finta che non esistano gli invisibili, bisogna farli emergere, perché questa condizione, oltre a nuocere prima di tutto a loro, ha ricadute importanti anche sul mercato del lavoro più in generale».

* Giornale di Brescia, venerdì 29 ottobre 2021

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