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Una piazza bellissima. Una piazza antifascista

Un lungo corteo ha attraversato le strade di Roma prima di arrivare in una piazza San Giovanni colma di persone, bandiere e colori. Da tutta Italia con autobus, treni, aerei per la democrazia, il lavoro e la partecipazione. Le foto, i video e le interviste di una giornata importante.


“Questa è una piazza molto bella, è una piazza che parla a tutto il paese”, ha esordito Landini dal palco. Non solo una risposta allo squadrismo fascista, ma qualcosa di più: “Rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare”. Essere antifascisti non significa, infatti, “essere contro qualcuno, ma essere per la democrazia e per le garanzie sancite dai diritti della Costituzione”. 

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C’è un filo rosso che ha unito il discorso del leader della Cgil, spesso punteggiato dagli applausi della piazza: lottare contro il fascismo significa lottare per la democrazia e alla base di questa lotta c’è la dignità delle persone, il lavoro, la cultura. Proprio per questo, perché lo squadrismo non faccia più paura, serve una fase di grande cambiamento sociale nel nostro paese, a partire dalla grande emergenza del lavoro: “Un lavoro sicuro e non precario”. Il primo atto, però, non può che essere uno: “Le forze che usano violenza e si richiamano al fascismo devono essere sciolte”.

La parola cambiamento ricorre più volte tra quelle usate da Landini, un cambiamento che ovviamente in epoca di globalizzazione non può riguardare solo il nostro paese: “Questa è una piazza europa e internazionale, che chiede un’Europa del lavoro, dell'inclusione, della pace, dei diritti umani”, ha sottolineato. Proprio per questo, ha scandito tra gli applausi, “vogliamo la verità su Regeni e pensiamo sia giunta l’ora di costruire una rete antifascista e democratica continentale”.

Nella seconda parte del suo intervento, il segretario generale della Cgil ha spiegato quali sono i cambiamenti necessari per una società più giusta. Cominciando ancora una volta dall’Europa: “Non dobbiamo tornare all’austerity, al prima della pandemia. Gli investimenti straordinari non debbono essere una parentesi, ma devono servire per costruire l’Europa sociale e del lavoro”. 

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