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Tull Quadze e la rivoluzione della Cura

Sabato 25 settembre, in piazza del Popolo a Roma, si è tenuta  la manifestazione "Tull quadze": la voce delle donne per prendersi cura del mondo. La pandemia, la crisi climatica, le tragedie delle guerre e delle migrazioni chiedono una rivoluzione: la rivoluzione della cura. Presente anche una delegazione della Cgil Brescia: le immagini, le dirette video e approfondimenti sulla giornata.


Sabato a Roma anche una delegazione della Cgil Brescia era presente in piazza per la manifestazione lanciata dall’Assemblea della Magnolia sotto lo slogan Tull Quadze che in pashtu – lingua afghana e pakistana - significa "Tutte le donne" per esprimere vicinanza e solidarietà alle donne afghane. Cacciate dai posti di lavoro, rinchiuse in casa e sotto scrigni scuri, allontanate dalle scuole e dalla vita pubblica sono proprio le donne a pagare il prezzo più alto al disastro Afghanistan. Esattamente come nella pandemia sono state le donne a pagare, in termini professionali e di arretramento nei diritti, un conto altissimo. Analisi e considerazioni che hanno spinto l’Assemblea a chiedere un radicale cambiamento di paradigma passando dallo sfruttare il mondo al prendersi cura del mondo, delle persone e della terra in cui viviamo invece di perseguire esclusivamente profitto e dominio.

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L’assemblea della Magnolia – un gruppo eterogeneo di associazioni, sindacati e personalità della politica e dell’impegno civile - con questa manifestazione chiede che le ingenti risorse del Pnrr vengano spese guardando anche alle donne e alle loro problematiche. Non bastano gli enunciati: servono i fatti.

Così il primo claim per la manifestazione è stato proprio “La Rivoluzione della cura”: cura dell’ambiente, delle relazioni, dell’occupazione, della salute, dei diritti. Cura come attenzione alla sopravvivenza e al futuro che le donne portano nei gesti e nelle idee, e nelle politiche.

Rimettere al centro la cura comporta riallineare gli obiettivi, i tempi, gli strumenti. Significa chiedere la fine della precarietà del lavoro, rafforzare la rete dei servizi sanitari e sociali pubblici, ricostruire e trasformare il sostegno e l’assistenza per gli anziani, investire sulla scuola accrescendo il numero degli insegnanti, delle classi, degli strumenti a disposizione dei ragazzi, di avviare un grande progetto di manutenzione del territorio e delle nostre città, di mettere al centro le persone. Significa rileggere tutta la nostra società a partire dai bisogni e dalla libertà che le donne si sono conquistate e che hanno aumentato la libertà e il benessere di tutti.

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