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Centro Covid al Civile. Su Scala 4 ancora risposte parziali

Scala 4 al Civile. Risposte parziali e che non ci possono trovare d’accordo su temi quali il rilancio del territorio, eventuali tagli ai posti letto legati a questo progetto e su capitolo della gestione degli organici. La nota di Camera del Lavoro, Spi e Funzione Pubblica Cgil di Brescia.


In questi giorni è stata confermata l’intenzione degli Spedali Civili di dare il via ai lavori alla scala 4 per la trasformazione in Centro Covid di questa ala. Al di là della contrarietà espressa fin dall’inizio dalla nostra organizzazione sindacale a questa scelta per le motivazioni che abbiamo in più occasioni espresso, negli incontri avuti con il Direttore Generale, oltre ad una tempistica che potrebbe rivelarsi gravemente in ritardo (si parla di gennaio 2021) vista la ripresa dei casi, abbiamo avuto risposte parziali e che non ci possono trovare d’accordo su temi quali il rilancio territorio, gli eventuali tagli ai posti letto legati a questo progetto e, non ultima, la questione degli organici.

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IL TERRITORIO. Esprimiamo il nostro apprezzamento per la tensostruttura di via Morelli, frutto di una proficua collaborazione tra autorità locali, Asst Spedali Civili, Ats e privati.Non si può però pensare che questa azione realizzi la tanto auspicata integrazione tra territorio e ospedale. Dopo lo scoppio della pandemia non è stato recuperato il tempo con interventi e progettualità per il territorio che invocavamo sin dal documento del maggio 2020. 

Continuiamo a chiedere indispensabili interventi realmente territoriali, come il rilancio dei poliambulatori di via Biseo e di via Corsica; la messa in opera dei Pot (Presidi ospedalieri territoriali) e dei Presst (Presidi socio sanitari territoriali), previsti dalla Legge 23 di 5 anni fa e mai attuati; l’integrazione e la valorizzazione della figura dell’infermiere di comunità nelle rete dei servizi, auspicando una interazione con i Medici di medicina generale; l’integrazione a livello territoriale del bisogno sanitario con l’altrettanto importante bisogno sociale, per cui la CGIL ha proposto l’evoluzione del nostro Sistema in Sistema Socio Sanitario Nazionale. 

Le evidenze scientifiche e l’esperienza di questi ultimi mesi hanno mostrato che non si può pensare di esaurire tutto il compito della Sanità Pubblica con la Cura, ma che la Prevenzione e la Territorialità sono le leve fondamentali sia per affrontare la pandemia che per creare strutture di comunità, filtro tra i bisogni del cittadino e il ricovero ospedaliero, arginando così anche i fenomeni degli accessi impropri e dell’iperafflusso nei Pronto Soccorsi che peraltro sta già accadendo. Senza questi passaggi, il Civile non potrà reggere il compito di Hub Covid per un bacino di quasi 3 milioni di abitanti, scala 4 o non scala 4, come dimostra la decisione della Regione Lombardia di riaprire i posti di terapia intensiva aggiuntivi a Milano e Bergamo.

TAGLIO POSTI LETTO. Non è ancora dato di sapere quale sarà l’impatto dei 170 del Centro Covid sul totale dei posti letto del Civile, se e come saranno accreditati e riconosciuti dalla Regione, o se e quali specialità dovranno essere ridimensionate per recuperare risorse a favore del Centro Covid.

L’impressione è che la Direzione impegni le proprie energie e le proprie risorse per un rilancio a breve puntando sul solo Centro Covid; la prospettiva della CGIL è che un ospedale come il Civile, che per la sua natura e la sua storia certamente deve essere riferimento ed eccellenza nell’affrontare la pandemia, debba comunque garantire ai cittadini il funzionamento delle attività e l’adeguata erogazione delle prestazioni, a partire dal recupero di quelle ambulatoriali e diagnostiche, e dal recupero degli interventi operatori.

Cgil Brescia, SPI Cgil Brescia, Funzione Pubblica Cgil Brescia

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