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Federmeccanica chiude, è rottura sul salario

Interrotta la trattativa sul rinnovo, le aziende negano incrementi che vadano oltre il mero adeguamento dell'inflazione. Indetto lo stato di agitazione, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, e già si annunciano i primi scioperi spontanei. Re David (Fiom Cgil): "Da novembre scorso a oggi gli industriali non hanno mai cambiato idea sugli aumenti. E non c'entra nulla la crisi legata alla pandemia Covid-19”


Quello che si temeva, è successo. Arrivati al punto cruciale, la trattativa tra aziende e sindacati per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici si è interrotta. Il vertice di oggi (mercoledì 7 ottobre) a Roma si è bloccato sul salario: la piattaforma sindacale prevede una valorizzazione dell’8 per cento sul trattamento economico dei minimi, pari a 145 euro in più per un lavoratore di quinto livello. Un aumento negato dalle imprese, che non intendono andare oltre il mero adeguamento dell’inflazione a consuntivo, che in questi mesi è praticamente uguale a zero.

“È evidente che Federmeccanica ha deciso di interrompere il confronto”, commenta la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David, assicurando che i sindacati “coinvolgeranno imprese e lavoratori in questa trattativa”. La rottura tra Federmeccanica-Assistal e Fiom, Fim e Uilm ha provocato l’annullamento dei prossimi incontri in calendario (previsti per giovedì 8, mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre). Non solo: le tre organizzazioni hanno dichiarato lo stato di agitazione (col blocco delle flessibilità e degli straordinari) e una tornata di assemblee e attivi dei delegati in tutti i luoghi di lavoro, e già si annunciano i primi scioperi spontanei.

📎 COMUNICATO STAMPA FIOM-CGIL

Il confronto è iniziato alle 11.30, introdotto dal direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi. “Siamo dentro una crisi con la C maiuscola”, avrebbe affermato (secondo le agenzie di stampa) l’esponente degli industriali, aggiungendo che il rinnovo contrattuale deve essere “figlio della situazione che stiamo vivendo”. Per Franchi occorre “mantenere i minimi salariali adeguati all’inflazione”, nello stesso tempo “definire misure per assicurare premi di risultato in tutte le aziende metalmeccaniche”, in modo da redistribuire la ricchezza dove viene prodotta. Anche Assistal (riferiscono ancora le fonti) avrebbe rimarcato la situazione di crisi del settore impiantistico, in particolare per i nuovi impianti.

La risposta dei sindacati è stata netta. “Se Federmeccanica dice che l’adeguamento dei minimi salariali si basa sull'inflazione, non c'è la trattativa sul contratto nazionale dei metalmeccanici”, ha risposto la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David. La dirigente sindacale ha poi evidenziato che “Federmeccanica da novembre scorso a oggi non ha mai cambiato idea sul salario. E non c’entra nulla la crisi legata alla pandemia Covid-19”.

Il rinnovo interessa oltre un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori, operanti in imprese di ogni dimensione e dei settori più diversi, dalla siderurgia all’informatica, dal manifatturiero a tutte le grandi filiere dell’industria. Il confronto tra aziende e sindacati era iniziato a Roma mercoledì 16 e giovedì 17 settembre, per poi continuare mercoledì 23 (a Bologna) e giovedì 24 ottobre (a Reggio Emilia). E già si segnalavano importanti differenze tra le controparti rispetto all’ampio spettro dei temi affrontati (formazione professionale, politiche attive, mercato del lavoro, appalti).

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