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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Gian Butturini. Una vita dalla parte degli ultimi

Su Gian Butturini una polemica fuorviante e superficiale. La solidarietà della Camera del Lavoro di Brescia all’associazione che porta il suo nome.


Quello fra Gian Butturini e la Camera del Lavoro di Brescia è un rapporto antico, consolidato da una lunga storia di militanza e di condivisione di valori. Scorrendo la sua biografia ci si rende immediatamente conto del suo percorso artistico e d’impegno sociale e civile.

Butturini è stato infatti un fotografo che ha sempre messo il suo obiettivo al servizio del mondo degli ultimi. Ed è proprio anche grazie al sostegno della Camera del Lavoro che “Il mondo degli ultimi” è diventato un film sulla storia dei movimenti contadini e bracciantili di inizio ‘900 nelle campagne bresciane. Ricordiamo poi il suo film “Omac… Un minuto in più del padrone” girato nel 1976, dopo aver vissuto per più di un anno con i lavoratori della fabbrica metalmeccanica occupata a Brescia. O, ancora, il documentario “Crimini di Pace” che aveva come protagonisti gli operai di tante fabbriche italiane in lotta contro le morti bianche.

Una sensibilità, quella di Butturini, che non si è però mai limitata ad approfondire le vicende locali, ma che ha saputo allargare lo sguardo su tutti gli ultimi del mondo: a fianco dei minatori contro la Thatcher, con Basaglia contro i manicomi, con Allende contro Pinochet, con il popolo Saharawi contro l’occupazione del loro paese da parte del Marocco.

Il lavoro di Gian Butturini ha sempre intrecciato i temi che sono cari al mondo sindacale e i suoi scatti molto spesso hanno accompagnato e documentato momenti importanti della vita della nostra organizzazione. Sono scatti che non solo ne hanno garantito la documentazione, fermandoli nel tempo, ma che spesso - come solo lo sguardo degli artisti sa fare - raccontano qualcosa che travalica il fatto in sé, e - pur continuando a contenerlo - lo superano, permettendoci di continuare a interrogarci e a farci pensare.

È quindi davvero sorprendente leggere della recente polemica nata in Inghilterra e che vede associato il nome di Butturini alla parola “razzismo”. Chi ha conosciuto Gian sa benissimo quanto questo sia totalmente lontano dalla realtà. Per chi invece non ha avuto la fortuna di conoscerlo, crediamo che le sue opere possano essere la miglior difesa da portare a testimonianza contro queste accuse fuorvianti e superficiali. 

A questo proposito, crediamo sia utile citare le parole dello stesso Butturini, proprio a chiusura dell’introduzione al suo libro fotografico “London”: "Il libro lo fate anche voi, prestandogli la vostra attenzione, la vostra curiosità, la vostra sensibilità: cervello e cuore. Se avrà raggiunto l'effetto di dire qualcosa di autentico, di presentare una Londra diversa da quella smaltata dei depliants, monda di luoghi comuni, senza il gelo addosso del museo delle cere, il merito sarà anche vostro”.

È dunque giusto partire da qui, e nel dichiarare solidarietà all’associazione Gian Butturini (nata con l’intento di raccogliere e valorizzare le sue opere), ricordiamo che l’archivio della Camera del Lavoro conserva molti documenti, scatti e pubblicazioni di Butturini. Di seguito riportiamo un elenco di consistenza dei materiali disponibili e aperti alla consultazione. 

Camera del Lavoro di Brescia

PER APPROFONDIRE
📎 Elenco documenti su Gian Butturini conservati presso l'Archivio Cgil di Brescia

Approfondimenti

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