sunia CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Housing sociale alla Tintoretto

Sbagliato svendere la Torre Tintoretto. Le richieste di Sunia, Sicet e Uniat: gli alloggi in Housing sociale al canone minimo previsto per la zona utilizzando i parametri dell'accordo territoriale sui contratti a canone concordato per il mercato libero


Sicet, Sunia e Uniat hanno denunciato più volte pubblicamente la contrarietà alla svendita della Torre Tintoretto da parte della Regione Lombardia a soggetti privati per una serie di motivi lampanti. Il primo di questi è che c'è una richiesta crescente di alloggi in locazione ad un canone adeguato al potere reddituale mutevole delle famiglie. Solo l'Aler può garantire il pagamento di un canone commisurato prevalentemente ai parametri reddituali e patrimoniali dei nuclei famigliari assegnatari degli alloggi. Il secondo motivo è che meno del 5% del totale degli alloggi in locazione sono di proprietà pubblica (Aler e comuni), il resto sono nel libero mercato, contro il 50% della Germania ed il 66% dell'Olanda. Questi numeri spiegano perché ogni volta che si apre un bando di assegnazione di alloggi Aler solo un decimo delle richieste dei potenziali aventi diritto può essere soddisfatta.

Nonostante queste ragionevoli considerazioni, l'Assessorato alla Casa della Regione Lombardia da oltre 25 anni e nonostante la girandola di assessori regionali che si sono susseguiti alla carica, hanno perseguito pervicacemente l'obiettivo di smantellare pezzo a pezzo il sistema pubblico di garanzia del diritto alla casa definito dalla Costituzione. L'ultimo di questi pezzi è rappresentato dalla Torre Tintoretto, che invece di essere ristrutturata dal suo proprietario pubblico e reimmessa alla locazione sociale, è stata svenduta ad un privato ad un decimo del valore di mercato. Un grande affare per il privato acquirente che ha il solo vincolo di adibirne il 70% ad uso abitativo ad un canone molto vicino a quello di mercato, quindi molto più alto dei canoni sociali previsti per gli alloggi di proprietà pubblica. Il danno ancora una volta è a carico tutto del pubblico, ovvero dei cittadini soprattutto di quelli più fragili, area in forte espansione anche a causa dell'emergenza sanitaria ancora in corso.

Sicet, Sunia e Uniat affermano che la scelta della Regione di svendere a privati la Torre Tintoretto sia un grave errore perché riduce la già esigua disponibilità di alloggi a canone sociale di proprietà pubblica ed in ultima analisi riduce ulteriormente la possibilità delle numerose famiglie residenti in difficoltà economica di trovare un alloggio con un canone coerente alla propria capacità reddituale.

Il non più proprietario dell'immobile, ovvero la Regione Lombardia, avrebbe meglio fatto a reperire i finanziamenti necessari per la ristrutturazione della Torre Tintoretto ed il mantenimento della stessa nell'ambito del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. La Regione Lombardia è venuta meno al proprio compito istituzionale di difesa, in primo luogo, delle famiglie più fragili preferendo alienare la proprietà della Tintoretto a privati. Di fatto sottraendo a oltre centonovanta famiglie residenti la possibilità di ottenere un alloggio con un canone di locazione in linea con le proprie possibilità reddituali.

Al nuovo proprietario chiediamo che dia in locazione gli alloggi in Housing sociale al canone minimo previsto per la zona utilizzando i parametri dell'accordo territoriale sui contratti a canone concordato per il mercato libero che significa concretamente circa 250 euro al mese per il trilocale tipo, invece dei 350 euro mese paventato sulla stampa locale nei giorni scorsi.

Emanule Gilberti · RESPONSABILE TERRITORIALE SICET
Simone Cardin · SEGRETARIO TERRITORIALE SUNIA
Michele Radici · RESPONSABILE TERRITORIALE UNIAT

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