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Emergenza Covid-19: a Brescia salgono a duemila le richieste di ammortizzatori sociali nei settori Filcams

Dalla seconda rilevazione effettuata dalla Filcams Brescia emerge che, al 30 marzo scorso, erano già duemila le richieste di attivazione dei vari ammortizzatori sociali avanzate dalle imprese bresciane dei vari comparti della categoria. Oltre il 95% delle richieste riguardano FIS e cassa integrazione in deroga.


Duemila al 30 marzo scorso, senza considerare le successive richieste di attivazione ricevute in questi giorni dalle Organizzazioni Sindacali da parte delle imprese bresciane dei comparti del commercio, turismo e servizi.

Cresce dunque il ricorso agli ammortizzatori sociali, malgrado prosegua incessante l’attività nella grande distribuzione, negli appalti ospedalieri, in alcuni segmenti della vigilanza privata.

Nella stragrande maggioranza dei casi (922, pari al 46,1%) si tratta di richieste di accesso al Fondo di Integrazione Salariale e Cassa integrazione in deroga (1.003, pari al 50,1%). Complessivamente sono oltre ventimila i lavoratori interessati (21.072), di cui 6.356 interessati all’intervento di CIGD e oltre tredicimila (per l’esattezza 13.471) quelli legati ai trattamenti di FIS.

Di fronte a questi numeri è evidente – come sottolinea la Segreteria della Filcams di Brescia – che ci troviamo di fronte a un contesto estremamente difficile. 

Questi numeri, anche se parziali, esprimono la difficoltà in atto in diversi comparti: dalle realtà più piccole dei pubblici esercizi, a quelle alberghiere, fino al comparto del commercio non legato alla distribuzione alimentare. Una preoccupazione – prosegue la Filcams – «per la situazione attuale ma anche per gli effetti a medio e lungo termine dell’emergenza, senza dimenticare che chi oggi lavora, per esempio nei supermercati e negli appalti, lo fa in condizioni comunque difficili, tanto che quotidianamente ci troviamo a dover intervenire a supporto delle delegate e dei delegati presenti nei luoghi di lavoro, a tutela dei lavoratori».

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