Una scelta incomprensibile, quella di aprire i supermercati durante le festività pasquali, presa da diverse aziende della Grande Distribuzione.
Certo, non tutti gli operatori si muoveranno così, ma saranno diversi ad andare in questa direzione assolutamente sbagliata, tanto più in una fase di emergenza come quella attuale.
La scelta è sbagliata perché, come hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil lombarde in una lettera al Presidente Fontana a firma dei Segretari Generali – di categoria e confederali – «le lavoratrici e i lavoratori della Grande Distribuzione Alimentare sono da oltre un mese in prima linea ed in condizioni di grande difficoltà nel garantire a tutte le cittadine e a tutti i cittadini l’approvvigionamento di generi alimentari» e «nonostante la paura per la propria salute e dei propri cari e le forti pressioni dovute all’assalto a volte insensato ai supermercati, hanno continuato con impegno e dedizione a svolgere un servizio fondamentale per tutti/e noi».
Quindi, chiudere durante le festività pasquali aiuterebbe i lavoratori a riposare. Senza dimenticare, poi, che non prestare la propria attività in occasione delle festività è un diritto di ciascun lavoratore, come hanno ribadito Filcams, Fisascat e Uiltucs bresciane in una lettera unitaria inviata in questi giorni alle aziende del settore.
Con questa scelta si rischia, in sostanza, che molti cittadini, sollecitati anche dal bel tempo e cogliendo l’occasione per fare la “passeggiata fuori casa,” vadano a fare la spesa per avere l’alibi dello scontrino. Per questo, in queste ore le organizzazioni sindacali si sono rivolte, a livello locale, anche al Prefetto di Brescia, chiedendo di valutare possibili interventi che «possano prevedere anche la chiusura dei supermercati e degli ipermercati nelle giornate di Pasqua e Pasquetta».
Nella missiva al Prefetto Visconti Filcams, Fisascat e Ultucs hanno evidenziato, infine, come «tale decisione, a nostro parere, sarebbe del tutto coerente con la comune lotta al Coronavirus, che nelle prossime settimane richiederà il contributo di tutti e di tutte le imprese, con particolare riferimento a quelle considerate “attive”, le cui lavoratrici e i cui lavoratori hanno sulle spalle il nostro Paese».
Qui puoi trovare il comunicato sindacale.