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Brescia: la sicurezza dimenticata nella corsa alle riaperture

Nella giornata mondiale per la salute, c’è chi spinge per velocizzare le riaperture delle attività produttive mettendo in secondo piano la sicurezza dei lavoratori. I commenti del segretario generale della Cgil di Brescia Francesco Bertoli e l’analisi dell’ordine dei medici lombardi.


Più di 5mila. È questo il numero delle comunicazioni inviate alla Prefettura dalle aziende bresciane che chiedono una deroga al decreto governativo, emesso lo scorso 22 marzo, che regola la produzione delle filiere non indispensabili in tempi di quarantena da Covid-19. Gli industriali bresciani spingono per riaprire al più presto. Ma in che modo? E soprattutto, a che prezzo?

«Vista la mole di lavoro, visto l’aumento delle comunicazioni e visto il numero delle pratiche a oggi lavorate – ha dichiarato Francesco Bertoli, segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia sulle pagine del Corriere di martedì 7 aprile – è facile prevedere che finisca, augurabilmente, il periodo di emergenza e quindi di chiusura prima della presa in carico di tutte le pratiche».

Insomma, c’è chi si muove tra le maglie della legalità, approfittandosi delle tempistiche necessarie a svolgere i controlli senza preoccuparsi della sicurezza sui luoghi di lavoro:

«Non poche aziende — prosegue il numero uno della Cgil — mandano la comunicazione e riprendono a lavorare in attesa che la Prefettura esamini nel tempo la pratica e si esprima eventualmente per la sospensione delle attività.

Siamo intervenuti in alcuni casi per impedire almeno delle situazioni esplicitamente fuori dal decreto e abbiamo chiesto che ci fosse la verifica del fatto che queste aziende non avessero chiesto nel frattempo degli ammortizzatori sociali».

D’altra parte, il tema della sicurezza nei comparti produttivi lombardi non preoccupa solo la Cgil: la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia, riunita in data 05/04/2020, ha preso in esame la situazione relativa all'epidemia da Covid-19 in corso. L’opinione della Federazione sulla possibile riapertura delle attività produttive è stata espressa in maniera molto chiara in una lettera indirizzata al Presidente della Regione Attilio Fontana, all’assessore al Welfare Giulio Gallera e ai direttori di tutte le ATS lombarde [LINK] dove vengono riportate  alcune indicazioni utili a contribuire alla limitazione dei danni, specie nel momento di una ripresa graduale delle attività, prevedibile nel medio-lungo termine. «La ripresa - scrive la Federazione - potrà essere solo graduale, prudente e con tempi dettati dalla necessità di mettere in campo le risorse sopracitate [n.d.r. screening, tamponi diagnostici]. Naturalmente quanto sopra dovrà essere accompagnato dall’uso costante, per tutta la popolazione e in particolare nei luoghi di lavoro, di idonei comportamenti e protezioni. È superfluo segnalare come qualsiasi imprudenza potrebbe determinare un disastro di proporzioni difficili da immaginare e come le misure di isolamento sociale siano da potenziare e applicare con assoluto rigore».

Un richiamo alla responsabilità che condividiamo, ancora di più oggi, 7 aprile, giornata mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche per questo rinnoviamo l’appello alle cittadine e ai cittadini a dare il proprio contributo alla campagna di Cgil Cisl Uil per potenziare i reparti di terapia intensiva e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale: qui trovate tutte le informazioni.

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