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Aler. La regione cambi il direttore

Pubblicata sul Bresciaoggi la lettera del segretario generale del Sunia in merito alle esternazioni del direttore generale dell’ALER Brescia, Mantova e Cremona e sullo stato del patrimonio residenziale pubblico.


La ringraziamo perché l’ospitalità sul suo quotidiano ci permette di esprimere il nostro pensiero in merito al direttore generale dell’ALER Brescia, Mantova e Cremona e sullo stato del patrimonio residenziale pubblico.

Il Sig. Corrado Della Torre, da pochi mesi nominato direttore generale dell'ALER Brescia, Mantova e Cremona, ha manifestato più volte tramite il suo profilo facebook pubblico atteggiamenti palesemente in disprezzo ai principi fondamentali proclamati dalla Carta Costituzionale. Il suo profilo ha infatti riportato in diverse occasioni frasi sessiste ed omofobe, a cui si sono aggiunte le recenti "considerazioni", dello stesso tenore, espresse nei confronti del movimento denominato delle "Sardine". E' stato inoltre espresso da parte sua un attacco, riconducibile ad una visione eugenetica della società, nei confronti di uno dei portavoce del movimento citato.

Riteniamo che ad un rappresentante delle istituzioni che ricopra un delicato incarico istituzionale come il Sig. Della Torre non debba essere concesso di sostenere pubblicamente opinioni palesemente contrarie ai principi fondanti della nostra Repubblica.

Inoltre, tale carica istituzionale, che il Sig. Della Torre ricopre, non può e non deve essere utilizzata per svolgere attività di campagna elettorale. Ci riferiamo in particolare al "tour" di odio e rancore che i colleghi di partito del Sig. Della Torre stanno inscenando da mesi nei caseggiati popolari più importanti del comune di Brescia. Sono stati infatti ampiamente notificati numerosi interventi del "tour", in luoghi abitati prevalentemente dagli strati più fragili della società bresciana, mirati a generare e acuire la tensione sociale. Con facili slogan si vuole addossare la responsabilità di alcune croniche problematiche, e in particolare del degrado manutentivo dei complessi popolari più importanti, ad alcune famiglie di assegnatari di alloggi popolari, che evidentemente fungono da capri espiatori. Una strategia politica ben nota che ricorda i periodi più bui della storia d'Italia.

Il degrado manutentivo e sociale è reale in alcuni grandi complessi residenziali popolari, ma questo dipende quasi esclusivamente dall'assenza di risorse adeguate per effettuare le doverose e necessarie riqualificazioni.

In primis, una riqualificazione energetica che permetterebbe di ridurre la morosità del pagamento delle utenze oltre che contribuire a ridurre l'impatto ambientale che impianti di riscaldamento ed infissi antichi generano, a danno di tutta la collettività. La carenza assoluta e cronica di risorse non consente di mettere in atto adeguate azioni di inclusione e partecipazione sociale nei caseggiati popolari più esposti. Ci riferiamo in particolare al rafforzamento ed alla estensione dei progetti di portierato sociale, ma non solo.

Pertanto chiediamo all’assessore regionale alle Politiche Sociali, Abitative e Disabilità Dott. Stefano Bolognini, di mettere in atto tutte le azioni necessarie per rimuovere dall'incarico il Sig. Della Torre e di valutare in alternativa una persona rispettosa delle istituzioni.

La cosa non dovrebbe essere di difficile realizzazione, dato che già nel recentissimo passato l'ALER Brescia, Mantova e Cremona ha saputo esprimere direttori generali di assoluto livello, molto apprezzati sul piano istituzionale nonché sul piano delle complesse capacità tecnico-amministrative dimostrate.

Inoltre, le ricordiamo la proposta che abbiamo sostenuto unitariamente a tutte le maggiori organizzazioni sindacali degli inquilini e dei lavoratori: che la Regione stanzi in modo stabile almeno l'1% del proprio bilancio per sostenere le adeguate manutenzioni di riqualificazione a favore del patrimonio residenziale pubblico e che sia acquisito nuovo patrimonio abitativo. Nuovo patrimonio abitativo pubblico significherebbe anche la possibilità di sviluppare, nella realtà e non solo sulla carta, il più volte citato mix sociale, che rappresenta l'unico strumento efficace per scardinare alla radice le tensioni che si generano nei caseggiati popolari più densamente abitati.

Ci permettiamo di ricordare che la Lombardia per molti aspetti si avvicina ai più alti standard europei, ma per quanto concerne il capitolo edilizia residenziale pubblica è invece fanalino di coda. Basti ricordare che l'incidenza del patrimonio residenziale pubblico in locazione sul totale locato nella vicina Germania ha un'incidenza in media di circa dieci volte superiore a quello lombardo.

Un primo passo importante in questa direzione potrebbe essere rappresentato dalla riqualificazione della Torre Tintoretto, già di proprietà della Regione. Con una spesa irrisoria per il bilancio della Regione si recupererebbero oltre centonovanta alloggi per altrettante famiglie della classe lavoratrice, che oggi invece sono costrette ai canoni esosi del libero mercato. Condizione ancor più critica da sostenere per queste famiglie, se si ricorda che la Regione Lombardia dal 2016 ha scelto di non rifinanziare il Fondo Sociale Affitto, creato proprio per sostenere le famiglie in difficoltà nel pagamento dell’affitto. In Lombardia la locazione a libero mercato corrisponde a circa il 95% di tutto il patrimonio immobiliare abitativo messo in locazione. Infine, ricordiamo che altre Regioni come l’Emilia Romagna continuano invece a finanziare il Fondo Sociale Affitti, e quindi ad erogare il contributo alle numerose famiglie in difficoltà.

In ultima analisi si tratta meramente di una questione di volontà politica. Chiediamo dunque alla Regione Lombardia di voler intraprendere una nuova stagione di rilancio del diritto alla casa, a partire dalla riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico esistente e dal rifinanziamento del Fondo Sociale Affitto.

Simone Cardin
Segretario generale territoriale Sunia

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