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NPL, UTP, Banca 5, Monte Pegni, Acquiring… Un'operazione tira l'altra

Le ultime sulle operazioni societarie ed industriali 


In queste settimane siamo impegnati in una serie di confronti molto delicati con l’Azienda su operazioni societarie ed industriali quali la cessione di un ramo d’azienda di Banca5 ed il conferimento a Prelios degli UTP.

Ve ne abbiamo dato conto qui e qui.

Mentre su Banca5 l’operazione prevede la cessione di lavoratori fuori dal Gruppo, con le evidenti forti preoccupazioni che ciò comporta, su Prelios vengono esternalizzate unicamente le attività, ma non per questo non vi saranno ricadute pesanti sui colleghi coinvolti.

Entrambe le iniziative dell’Azienda, seppure diverse dal punto di vista giuridico, hanno in comune il fatto di portare lavoro al di fuori del Gruppo, e nel caso di Prelios addirittura al di fuori del perimetro di applicazione del CCNL del Credito, dato che a questa società si applica il Contratto del Commercio.

Per questo motivo come FISAC/CGIL abbiamo ripetutamente affermato di essere contrari a queste scelte: continuiamo a trattare con l’azienda per entrambe le situazioni al fine di ottenere le migliori tutele possibili per tutte le persone coinvolte, ma questo non vuol dire esprimere alcun tipo di avallo alle decisioni aziendali!

Come se tutto ciò non bastasse, negli ultimi giorni abbiamo appreso che:

Intesa Sanpaolo ha perfezionato la cessione a Banca Sistema di tutto il ramo d’azienda costituito dalle 6 filiali di Monte Pegni presenti sul territorio nazionale. I colleghi lo hanno saputo dal comunicato stampa della medesima Banca Sistema e, solo in contemporanea all’uscita di tale comunicato, l’azienda provvedeva a informare le Organizzazioni Sindacali.

Secondo la stampa specializzata Intesa Sanpaolo sta valutando un’alleanza strategia con Nexi che prevederebbe la cessione del ramo d’azienda di acquiring (servizi di gestione delle carte di credito). Entrambe le aziende hanno confermato che i contatti sono in corso.

Ovviamente si tratta di operazioni che dovranno sottostare all’applicazione delle norme di Legge, che impongono un confronto sindacale al fine di individuare le tutele applicate ai lavoratori coinvolti: ancora una volta come FISAC CGIL tratteremo tenacemente per ottenere le massime tutele possibili. Questo è un punto fondamentale: noi siamo prima di tutto un sindacato aziendale e quindi – tanto per vocazione quanto per dovere – mettiamo le tutele dei lavoratori al primo posto della nostra azione sindacale. Nel contempo però non possiamo e non vogliamo trascurare nemmeno le ricadute sul tessuto sociale delle scelte che vengono messe in campo dall’azienda e stanno prendendo piede nel settore nel suo complesso.

Il fatto è che, mettendo insieme effetti del piano di Impresa, revisione dei modelli organizzativi e operazioni societarie, Intesa Sanpaolo:

Desertifica il territorio attraverso una sempre più massiccia chiusura di sportelli tradizionali.

Sostituisce gli sportelli con una rete di 50.000 tabaccai.

Sposta alcuni milioni di clienti dal Personal al Retail ipotizzando per loro un minore livello di servizio.

Ha già ceduto la gestione degli NPL, posizioni di persone e aziende in difficoltà.

Cede i Monte Pegni, a cui si rivolgono persone in difficoltà ancora più grave. Questa decisione, per altro già attuata da altre Banche, appare particolarmente grave socialmente oltre a rinnegare la stessa storia del sistema bancario italiano che ha preso il via proprio a partire dai Monti di Pietà fin dal XVI secolo.

Cede gli UTP cioè le posizioni di clienti con crediti ancora “vivi”, ma che iniziano a mostrare qualche difficoltà.

Diversifica sempre di più i canali di vendita, anche non tradizionali.

Spinge sulle pressioni per l’attività commerciale, non solo di prodotti bancari ma sempre più nel ramo assicurativo.

Cosa ci dobbiamo aspettare ancora?

Certamente, le Banche devono fronteggiare la riduzione dei margini, l’aumento dei competitor, la digitalizzazione ecc. ecc., per cui occorre riorganizzarsi ed adeguarsi al mondo che cambia. Non c’è dubbio che, almeno a giudicare dai risultati garantiti agli azionisti, che ci stiano riuscendo abbastanza bene. I dubbi invece ci sono, eccome, sulla sostenibilità di questo percorso: innanzitutto per i colleghi e per la loro professionalità, ma anche per la clientela e per la stessa tenuta del sistema sociale.

Come FISAC/CGIL riteniamo che le scelte delle Aziende Bancarie del Paese debbano:

Non mettere in discussione la coesione e l’esistenza stessa della Categoria;

Garantire a tutti i lavoratori coinvolti nei processi di trasformazione in corso analoghe tutele e diritti;

Svolgere un ruolo di supporto all’economia reale del Paese;

Essere attori di iniziative che aumentino la coesione sociale e diminuiscano le diseguaglianze.

La piattaforma che è in discussione per il rinnovo del CCNL presenta contenuti di forte valore in termini di rilancio di un settore al servizio del Paese e deve consentire di recuperare un clima di fiducia nei confronti del Sistema creditizio, minato da troppi avvenimenti negativi.

L’impegno più importante per noi in questo momento è quindi raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati nel rinnovo del Contratto: salario, diritti, tutele e ruolo dei giovani lavoratori.

Come FISAC/CGIL saremo coerenti nel rivendicare questi valori – e la loro concreta traduzione in tutele ampie, specifiche e certe – anche all’interno di Intesa Sanpaolo che, per il ruolo che riveste, non può pensare di intraprendere strade diverse.

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