via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Lavoro e Costituzione

La nota di Flavio Squassina (segreteria Cgil Brescia). "La Costituzione definisce l’ordinamento democratico del nostro Paese e, fin dal primo articolo, le madri e i padri costituenti hanno con lungimiranza posto il Lavoro quale cardine fondativo della nostra Repubblica..."


La Costituzione definisce l’ordinamento democratico del nostro Paese e, fin dal primo articolo, le madri e i padri costituenti hanno con lungimiranza posto il Lavoro quale cardine fondativo della nostra Repubblica. È la carta costituzionale a stabilire i confini entro cui è possibile mettere a confronto punti di vista diversi e indicazioni alternative di carattere programmatico – sia dal punto di vista politico sia da quello sociale – in grado di delineare la funzione del lavoro e della sua rappresentanza (Art. 39). 

Oggi, tuttavia, i lavoratori si trovano sempre più spesso a ricoprire una posizione subalterna rispetto all’impresa, in un sistema squilibrato, che agisce solo secondo una logica funzionale al mercato – locale o globale che sia. La conseguenza di questo cambiamento di prospettiva è sotto gli occhi di tutti: aumento delle disuguaglianze e inasprimento delle divisioni. 

Anche i dati parlano chiaro: le più recenti ricerche sul tema certificano che un preoccupante 70% delle lavoratrici e dei lavoratori si dichiara insoddisfatto delle condizioni di vita sul posto di lavoro.

Una situazione aggravata dal contesto economico del Paese che vede il rischio di una nuova recessione e che vive una crisi che investe anche delicati equilibri istituzionali e l’autonomia tra poteri costituzionalmente definita.

Un quadro preoccupante che rafforza la nostra richiesta al Governo affinché cambi rotta sulle politiche economiche, sociali e del lavoro.

Serve innanzitutto un rilancio degli investimenti pubblici e privati per creare nuova occupazione stabile, investendo su una innovazione orientata alla transizione ecologica delle produzioni; Occorre estendere i diritti, a partire dal diritto alla salute e alla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, anche correggendo la controriforma del codice degli appalti; Si deve agire per riformare gli ammortizzatori sociali (difensivi e espansivi);

Vi è la necessità poi di un aumento dei salari attraverso la contrattazione nazionale e di secondo livello, accompagnate dalla riduzione della tassazione sul lavoro dipendente. Accanto a questo si può anche discutere di welfare aziendale, piattaforme welfare che nascono dalla contrattazione aziendale di secondo livello, sapendo però che non è il welfare di tutti e la detassazione, oltre a dirigere e limitare il campo d’azione alla contrattazione, toglie risorse allo stato sociale e le reindirizza alle aziende. Una scelta rischiosa, soprattutto considerando il tema del progressivo invecchiamento della popolazione.

C’è poi il tema urgente della riduzione della precarietà. È evidente che parte delle responsabilità del processo di allargamento e intensificazione della precarietà sono imputabili alle scelte delle imprese, che hanno ridotto i lavoratori a una risorsa da sfruttare in maniera flessibile. Per questo è necessario rivendicare l’approvazione di una legge che garantisca l’applicazione erga omnes dei contratti nazionali e la rappresentanza dei lavoratori e, allo stesso tempo, si sviluppino forme di partecipazione dei lavoratori stessi nella progettazione dell’organizzazione del lavoro e nelle scelte strategiche dell’impresa.

È indispensabile, in questa fase, riuscire a superare la frammentazione del lavoro ricomponendo processi produttivi che possano garantire diritti e dignità a tutti.

Flavio Squassina
Segreteria Cgil Brescia

Approfondimenti