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Da piazza Fontana a piazza Loggia. Il convegno con Landini e Benvenuto

Il convegno in Vanvitelliano con gli interventi di Giorgio Benvenuto e Maurizio Landini sul ruolo decisivo dei Sindacati e del movimento dei lavoratori in difesa della democrazia durante gli anni dello stragismo e del terrorismo


Questa mattina, a partire dalle 9.30, nel salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia si è tenuto il convegno Da piazza Fontana a piazza Loggia. Il ruolo del sindacato nel contrasto al terrorismo. L’incontro, organizzato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil Brescia con la collaborazione di Casa della Memoria, è stato pensato per illustrare il ruolo decisivo della reazione democratica, organizzata dai Sindacati e dal movimento dei lavoratori, nel contrasto alla strategia della tensione messa in atto in Italia nel quinquennio ’69-’74. 

Ad aprire la giornata di riflessione, l’omaggio floreale portato sulla stele dedicata ai caduti di piazza Loggia dalla delegazione di Cgil Cisl Uil Brescia, Comune di Brescia e Casa della Memoria, insieme agli ospiti del convegno (Maurizio Landini, Giorgio Benvenuto, Domenico Proietti). Il convegno, coordinato dalla segretaria della Camera del Lavoro di Brescia Silvia Spera, è stato aperto dai saluti del Sindaco Emilio Del Bono, che ha messo in evidenza come la città sia stata in grado di conservare una memoria sostanziale della strage del 28 maggio del 1974, definendo la risposta del movimento sindacale alla bomba “un secondo 25 aprile”.

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Dopo l’introduzione di Alberto Pluda (Cisl Brescia), l’intervento di Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Bruno Buozzi, che ha raccontato alla platea di come il sindacato seppe abbracciare la crescente richiesta di coinvolgimento dei lavoratori e degli studenti di quegli anni "accogliendo la lotta e trasformando la protesta in proposta". 
Illustrando il contesto sociopolitico in cui lavoratori e organizzazioni si muovevano tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, Benvenuto ha messo in evidenza la risposta unitaria delle organizzazioni ai tentativi eversivi di destabilizzazione della democrazia: in fabbrica e fuori, i lavoratori riuscirono a reagire in maniera compatta, facendosi essi stessi garanti della sicurezza.
E anche oggi, seppur in un momento storico molto diverso, ci troviamo in una fase di straordinaria trasformazione. Bisogna, quindi, "superare lo sconcerto e la rassegnazione e scendere in campo con un pensiero. Il sindacato deve proporre il progetto di una democrazia arricchita". 

Secondo Domenico Proietti (Segretario confederale Uil nazionale), la debolezza del patto tra cittadini e Stato che ancora oggi esiste in Italia sarebbe da imputare proprio alle mancanze della politica di quegli anni, che non seppe far fronte alle nuove esigenze sociali né dare una risposta definitiva allo stragismo. 

Maurizio Landini ha commentato sottolineando che, storicamente, l’autonomia e l’unitarietà dei movimenti dei lavoratori hanno fatto la differenza nel miglioramento delle condizioni sociali. L’unità nella risposta politica e la compattezza del mondo sindacale – ha ricordato il Segretario generale di Cgil –hanno avuto una funzione storica fondamentale, rendendo il sindacato un soggetto politico autonomo con un progetto di trasformazione sociale anche fuori dagli ambienti di lavoro. La strage di piazza della Loggia ha colpito una manifestazione sindacale proprio per cercare di bloccare l’emancipazione e la valorizzazione dei lavoratori.  

Le nuove sfide che deve affrontare il sindacato, oggi, riguardano il livello di frantumazione, precarietà e competizione in cui si trova il mondo del lavoro. Si pensi, per esempio, alla situazione dei lavoratori degli appalti: per loro, ancora, a parità di lavoro non sono garantiti gli stessi diritti, né lo stesso salario di chi è assunto con un contratto diverso. La risposta a questi problemi, secondo Landini, non può che essere unitaria: la politica deve tornare a impadronirsi dell’economia per allargare le zone di discussione democratica, rimettere al centro il lavoro e, di conseguenza, la persona, trovando, tra le altre cose, anche il modo di produrre in un contesto di sostenibilità ambientale. Se è vero, poi, che la relazione tra imprenditori e lavoratori è cambiata, rimane ancora aperta la questione relativa alla libertà nella contrattazione e nell’organizzazione del lavoro.  

Per combattere le derive antidemocratiche – ha concluso Landini – oggi come ieri bisogna rimettere al centro la questione sociale. Il lavoro, le persone che lavorano e i loro diritti. Bisogna ripartire dalla cultura sociale che è da sempre il fulcro dell’Europa, per combattere le disuguaglianze e garantire la rappresentanza nel mondo del lavoro. 

Il Convegno fa parte del ciclo di iniziative La stagione inquieta della Repubblica pensate in ricordo delle stragi di piazza della Loggia a Brescia e piazza Fontana a Milano, delle quali nel 2019 ricorrono, rispettivamente, il 45° e il 50° anniversario.

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