La CGIL ha sempre sostenuto la creazione di un sistema istituzionale decentrato, capace di valorizzare, in un quadro definito di principi inderogabili, il ruolo delle Regioni e le autonomie locali. Tuttavia, come abbiamo sempre ribadito, i provvedimenti non devono intaccare l’unità del sistema paese, la garanzia dei diritti civili e sociali su tutto il territorio e l’unitarietà della contrattazione. È prioritario, infatti, evitare una frammentazione delle politiche pubbliche e una disarticolazione del sistema di diritti, che sarebbe inaccettabile.
Siamo consapevoli delle tante difficoltà che vivono le amministrazioni locali, come ad esempio il reperimento delle risorse o il costante blocco delle assunzioni, ma pensiamo che questi siano problemi di carattere nazionale e che non riguardino solo rivendicazioni regionali. Questa impostazione, infatti, anziché risolvere una difficoltà generale con soluzioni unitarie corre il rischio di penalizzare le zone del paese più disagiate.
Il rischio, in quest’ottica, è che l’efficienza, il benessere, e gli stessi diritti fondamentali diventino un bene limitato. Per la Cgil la loro estensione è una condizione di sviluppo necessaria e deve essere garantita a tutti.
La CGIL ritiene che si debbano introdurre norme nazionali per superare le difficoltà comuni a tutti i territori. Vanno definiti, quindi, in maniera prioritaria tutti i Livelli Essenziali delle Prestazioni perché sanciscono i diritti fondamentali: Salute, Lavoro, Istruzione, Mobilità, che devono essere garantiti a prescindere dal territorio di residenza.
Le disuguaglianze territoriali sono ancora oggi esistenti nell’esigibilità dei diritti civili e sociali e rendono prioritaria la definizione dei LEP in tutti i servizi e contemporaneamente, la definizione di leggi quadro che fissino i principi universali di riferimento e la determinazione dei fabbisogni standard ad essi strettamente connessi.
Va salvaguardata la redistribuzione delle risorse nel rispetto del principio perequativo e solidaristico, infatti l’attribuzione delle risorse non deve basarsi, esclusivamente, sulla spesa storica (che cristallizzerebbe le insostenibili diseguaglianze oggi esistenti), ma anche sul graduale passaggio ai fabbisogni standard.
La determinazione dei fabbisogni deve essere pensata caso per caso, in funzione del raggiungimento di un servizio pubblico, con uno standard qualitativo alto che garantisca in ciascun territorio l’esigibilità del diritto al servizio stesso.
PER QUESTO MOTIVO LA CGIL DI BRESCIA HA AVVIATO UNA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE CHE COINVOLGE LAVORATRICI E LAVORATORI, PENSIONATE E PENSIONATI E IL GIORNO 16 MAGGIO UNA DELEGAZIONE CONSEGNERÀ AL PREFETTO UN DOCUMENTO CON LE NOSTRE OSSERVAZIONI.
Per la segreteria della Cgil Brescia
Flavio Squassina
IL VOLANTINO CON LA POSIZIONE DELLA CGIL