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Caporali tra le vigne. L'intervista a Semeraro

Su Bsnews l'intervista al segretario generale della Flai Cgil Brescia a seguito dell'arresto di due persone di un’azienda di Passirano, accusate essere a capo di una rete “dedita all’attività di reclutamento di lavoratori stranieri per la raccolta di ortaggi o frutta nei campi in condizioni di sfruttamento”


La Franciacorta come Rosarno? Difficile sostenere il paragone. Ma anche nella nostra provincia il fenomeno del caporalato si sta rivelando – tristemente – sempre più diffuso nei campi e tra le vigne. E’ delle scorse ore, infatti, la notizia dell’arresto di due persone di un’azienda di Passirano, accusate essere a capo di una rete “dedita all’attività di reclutamento di lavoratori stranieri per la raccolta di ortaggi o frutta nei campi in condizioni di sfruttamento”.

Ne abbiamo parlato con Alberto Semeraro (42 anni), segretario della Flai Cgil di Brescia (la federazione dei lavoratori dell’agricoltura): da sempre uomo di fatica e di battaglia, con in tasca una laurea in legge ottenuta da studente-lavoratore, che non ha paura di “sporcarsi le mani” nei campi insieme ai lavoratori.

Se l’aspettava questa notizia dell’arresto di 2 bresciani accusati di caporalato?

Da 6 anni, ormai, andiamo nelle vigne ogni estate a portare acqua e informazioni ai lavoratori proprio per evitare questi fenomeni. Conosciamo bene la situazione: non sono sbalordito.

La campagna Franciacortina, dunque, come Rosarno o Foggia?

Benchè i fenomeni siano simili, non li paragonerei per organizzazione, dimensione e soprattutto per diversità del tessuto imprenditoriale. Ma, certo, si tratta di un campanello di allarme che va ascoltato.

 

Leggi l'intervista completa su Bsnews

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