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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Firmato accordo Comuni-Sindacati

Nella sede Acb confermato il protocollo che riconosce il ruolo di intermediazione delle organizzazioni sindacali. Le novità del 2018 riguardano i temi della riforma sanitaria regionale in corso, il welfare aziendale e soprattutto la richiesta di un tavolo permanente di monitoraggio per valutare e omogeneizzare il più possibile i risultati.


 

IL PROTOCOLLO IN SINTESI

Gli effetti della crisi sul sistema produttivo-occupazionale permangono e si riversano in una crisi sociale: è necessario ricostruire un tessuto di fiducia fra istituzioni (nazionali, regionali, locali) e cittadini, anche attraverso la valorizzazione del ruolo delle parti sociali. 

È indispensabile una strategia straordinaria da parte del Governo centrale e delle Amministrazioni locali chiamate a costruire modalità di azione fortemente innovative, passando da un sistema centrato sull’erogazione di prestazioni ad un sistema incentrato sulla centralità della presa in carico, della prossimità dei servizi, della continuità assistenziale per le persone: un sistema di offerta sociale, composto da attori pubblici, privati, profit e non profit in integrazione con la rete sanitaria e socio-sanitaria, dove il cittadino deve trovare il sostegno necessario ad evitare lo scivolamento o l’acuirsi delle condizioni di vulnerabilità (sia essa sanitaria e/o socio-economica) > una rete capace di fornire una presa in carico complessiva in grado di accompagnare il soggetto nel suo percorso all’interno del sistema welfare. 

L’operazione di risanamento delle finanze pubbliche degli ultimi anni si è tradotto in un susseguirsi di manovre economiche che hanno impattato pesantemente sui Comuni e le autonomie locali, che sono stati obbligati a contribuire molto di più di quanto non sia il loro reale peso all’interno della P.A. > è qui che si richiede una revisione della rete locale degli interventi e una più forte integrazione delle risorse e un loro intelligente utilizzo. 

Dalla crisi si esce rafforzando le istituzioni locali di prossimità come il Comune, rendendole protagoniste di un nuovo patto per lo sviluppo e registe di una rete territoriale composta da più attori, per elaborare una lettura dei bisogni e costruire risposte condivise: sinergia.

Sempre più frequentemente i cittadini in difficoltà si rivolgono ai Comuni, sia perché il Comune è il livello istituzionale più vicino ai bisogni, sia perché il Comune è titolare di importanti funzioni sociali e dei tributi locali.

L’auspicio è che appropriate politiche economiche, finanziarie, sociali nazionali possano assicurare alle realtà locali adeguate risorse per garantire: 

partecipazione alla lotta all’evasione fiscale > fonte di entrate utile anche al rafforzamento dei servizi sul territorio, realizzando una nuova situazione di giustizia sociale (“patti antievasione” tra Comuni e Agenzia delle entrate, i cui proventi fino al 2019 saranno incamerati dai Comuni vanno resi strutturali) 

interventi di corretta politica sociale e sanitaria dentro le reti dei servizi integrati (Comuni, Ats, Distretti, Rete sanitaria, RSA, etc.), anche per evitare che i tagli siano compensati da maggiori richieste di compartecipazione alla spesa a carico dei cittadini. 

Detto ciò, ribadiamo la necessità che lo Stato centrale e la Regione Lombardia non facciano mancare il proprio impegno per l’erogazione delle risorse necessarie a garantire i vari servizi, per evitare di gravare sugli enti locali. 

La legislazione degli ultimi anni richiama ampiamente e diffusamente i concetti di solidarietà, integrazione e di raccordo tra le varie politiche di settore, nonché la necessità di sviluppare e favorire il più ampio confronto e la più ampia concertazione fra tutti i soggetti, istituzionali e non:

 

le parti 

CONCORDANO 

di proseguire nella positiva esperienza di questo Protocollo d’intesa, che rientra nella più ampia prospettiva della concertazione e della coesione sociale che chiama tutte le parti ad un impegno continuo e condiviso. 

Le principali attività del protocollo sono avviate affinché negli Enti locali:

siano sostenuti e promossi i diritti fondamentali di cittadinanza e delle persone bisognose e fragili; sia perseguita l’equità fiscale, anche attraverso una adeguata politica di lotta all’evasione per acquisire risorse da destinare alle spese sociali e al rafforzamento dei servizi sul territorio, realizzando così una necessaria iniziativa di giustizia sociale;

siano promossi i rapporti con il Volontariato, il Sindacato, l’associazionismo non profit (legge 8 novembre 2000, n. 328 e della legge Regione Lombardia n. 3/2008); coinvolgimento degli Enti del terzo settore attraverso forme di co-programmazione, di co-progettazione e di accreditamento in particolare per l’erogazione dei servizi sociali (Art. 55 del D.leg 117/2017); formulazione nell’ambito della programmazione territoriale dell’ATS, di proposte per l’organizzazione territoriale dell’attività socio sanitaria e socio-assistenziale, esprimendo un parere sulle linee guida per l’integrazione socio sanitaria e sociale (Art.20 legge 23/15 della Regione Lombardia).
I sindaci partecipano inoltre alla verifica dello stato di attuazione dei programmi e dei progetti di competenza dell’ATS con particolare riferimento a quelli relativi alle ASST. 

È importante quindi che
 si consenta il mantenimento di uno standard adeguato di qualità e utilizzabilità dei servizi socio- assistenziali, fermo restando il riconoscimento della domiciliarità quale scelta fondamentale della programmazione locale che si attua mediante scelte abitative adeguate, miglioramento del sistema di mobilità, messa a punto di un sistema socio-sanitario assistenziale equo ed economicamente sostenibile, a supporto di persone e famiglie;
- sia favorita la crescita sociale e culturale, la partecipazione attiva allo sviluppo sociale e alle reti di comunità, volte a consolidare una immagine positiva della terza età nel contesto sociale e civile. 

Sulle scorte della esperienza della costruzione dei Piani di Zona, si può individuare nell’ambito territoriale dei Distretti, potenziando e promuovendo specifici incontri, un riferimento importante per trattamenti sempre più omogenei verso le fasce più deboli della popolazione, prioritariamente verso le persone anziane, i malati, i disabili e le forme di povertà causate dal perdurare della crisi con perdita di lavoro e inoccupabilità crescente. 

Un percorso di forte rilevanza strategica può e deve concretizzarsi in interventi specifici riguardo a:
1) politiche di cittadinanza attiva e inclusione sociale;

2) politiche di sostegno al reddito e politiche di accompagnamento al lavoro;

3) politiche socio-sanitarie e assistenziali;
4) politiche abitativo-urbanistiche;
5) politiche della sicurezza sociale. 

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