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Medtronic. La tensione resta alta, ma lunedì si torna al lavoro

L'assemblea di venerdì, dopo l'incontro al Mise del 12 luglio. Da lunedì si torna al lavoro, ma mantenendo lo stato di agitazione ed evitando di abbassare la guardia.


«Siamo dentro. Siamo vigili. Siamo in stato di agitazione. E siamo pronti». Le parole scandite dal segretario della Camera del Lavoro di Brescia Silvia Spera innanzi ai lavoratori Medtronic-Invatec ben sintetizzano l’esito dell’assemblea organizzata all’indomani dell’incontro avuto al Mise con i vertici della multinazionale americana del biomedicale. Da lunedì si torna al lavoro, ma mantenendo lo stato di agitazione ed evitando di abbassare la guardia. Ossia, lasciando che bandiere e striscioni che hanno scandito le 5 settimane di presidio permanente continuino a sventolare innanzi agli stabilimenti di Torbole e Roncadelle. E, soprattutto, «conservando» un'ora di sciopero al giorno, che di volta in volta verrà annunciato dal fischio di avvertimento dei membri delle Rsu. Un segnale, spiega il segretario della Filctem Cgil Ugo Cherubini, per testimoniare che «il problema non è risolto, e che resteremo vigili nel valutare se veramente la proprietà sta portando avanti quanto messo nero su bianco con l’accordo sottoscritto a Roma». Se così non sarà, se i tempi andranno troppo lunghi e la trattativa per la reindustrializzazione non ci sarà, «si ricomincia tutto - tuona Cherubini - e si ricomincia peggio di prima».

Medtronic ha congelato la data della chiusura definitiva degli stabilimenti, prevista entro il primo semestre 2020, con le prime lettere di licenziamento programmate per ottobre ed effettive tra dicembre e gennaio. «Non si è risolto il problema, nessuno vende false illusioni, né possiamo dire che ci fidiamo del tutto di quello che Medtronic ha sottoscritto - spiegano i sindacati -. Rispetto a quanto aveva detto Andrea Giarrizzo (ad bresciano di Medtronic) due settimane fa al Mise, ovvero che la proprietà sarebbe stata disposta a trattare solo le ricollocazioni, è un risultato importante. Da giovedì c'è una responsabilità scritta anche del Ministero: la volontà è avere subito un incontro relativo al piano industriale, per capire quali sono le intenzioni di Medtronic e se le loro sono solo affermazioni di principio oppure se c'è una base solida». Un nodo intorno a cui ruota l'assegnazione alla società italana Vertus dell'incarico di individuare attivamente opportunità di reindustrializzazione del sito, anche coinvolgendo aziende concorrenti. I vertici sindacali non si sbilanciano ma la sensazione è che forse qualcosa si stia muovendo. Intanto il rientro in fabbrica è subordinato a una serie di condizioni precise. «Non ci saranno campagne di straordinari per recuperare il lavoro perso e nemmeno turni di notte - proseguono Filctem, Femca e Uiltec -. Il piano ferie resta immutato e, se un solo mezzo di produzione uscirà dall'azienda, riprenderemo in modo più duro la protesta». 

Sulla pagina facebook le immagini dell'assemblea di venerdì 13 luglio

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