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Medtronic, dall'incontro al Ministero uno spiraglio

Dopo oltre due ore di confronto - ieri pomeriggio nelle stanze del ministero dello Sviluppo Economico a Roma - emerge uno spiraglio nel caso Invatec. Il secondo tavolo al «Mise», dopo quello dello scorso 19 giugno, porta a un percorso condiviso da tutte le parti coinvolte nella vicenda che tocca l'azienda biomedicale di proprietà del colosso americano Medtronic. 


Tempistiche per la gestione della riorganizzazione aziendale rimodulate in base a quanto emergerà da un confronto a livello nazionale - che sarà avviato senza alcuna condizione pregiudiziale -, e affidamento a una società italiana specializzata dell'incarico per individuare attività di reindustrializzazione dei siti, anche coinvolgendo aziende concorrenti. Dopo oltre due ore di confronto - ieri pomeriggio nelle stanze del ministero dello Sviluppo Economico a Roma - emerge uno spiraglio nel caso Invatec. Il secondo tavolo al «Mise», dopo quello dello scorso 19 giugno, porta a un percorso condiviso da tutte le parti coinvolte nella vicenda che tocca l'azienda biomedicale di proprietà del colosso americano Medtronic. Il gruppo americano, nei fatti, non ha ritirato la decisione presa, ma - come sottolineato dalla stessa multinazionale in un comunicato diffuso dopo l'incontro - si dichiara «disponibile a riconsiderare le tempistiche del piano di riduzione del personale», ribadendo la propria «disponibilità a cooperare con il Governo e le parti sociali per trovare soluzioni condivisibili che favoriscano nuove opportunità di lavoro per i propri dipendenti» oltre a confermare che la scelta è «legata a un progetto globale di revisione delle attività produttive del gruppo, che ha l'obiettivo di migliorarne l'efficienza complessiva». 
Soddisfatto il commento dei sindacati: «Abbiamo raggiunto, dopo una ampia e non semplice discussione, una prima, ma importante intesa sottoscritta da tutti i soggetti presenti. L’intesa impegna le parti, senza vincoli di date, ad affrontare le prospettive occupazionali dei siti. Cgil, Cisl, Uil e Femca, Filctem, Uiltec di Brescia ritengono quello di oggi un risultato positivo che modifica l’annuncio fatto dall’azienda il 7 giugno 2018. È il frutto della tenace lotta dei lavoratori in questi 36 giorni di sciopero con presidio».

«Un primo posso importante – è stata la dichiarazione di Silvia Spera, segretario della Cgil bresciana – nonostante la multinazionale abbia riconfermato la scelta di non rivedere le proprie decisioni, ha dato la propria disponibilità, anche temporale, e non ha messo sul tavolo nessuna pregiudiziale per una nuovo progetto industriale che garantisca l’occupazione di tutti i lavoratori e la continuità produttiva». «La vertenza sarà lunga e delicata, ma oggi si è aperto uno spiraglio importante. Ora è indispensabile individuare un progetto industriale valido» 
dichiarano quasi all’unisono i segretari Spera, Pluda e Bailo.

Intanto oggi pomeriggio, alle 15.30 davanti i cancelli della Medtronic – Invatec di Torbole, sarà il momento dell’assemblea con i lavoratori e le lavoratrici dei due siti della multinazionale del biomedicale che dovranno decidere cosa fare nell’immediato futuro: tornare a lavorare se giudicheranno sufficienti i risultati raggiunti ieri a Roma o continuare lo sciopero e il presidio se a prevalere saranno i dubbi, la prudenza o la paura di tornare a rivivere l’esperienza vissuta un anno fa.

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