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Pazienti cronici: la riforma è un fallimento annunciato

"Aver accelerato la partenza di una riforma, che introduce cambiamenti così radicali nella vita e nella condizione di persone fragili, senza aver sciolto importanti nodi come il rapporto fiduciario assolutamente necessario tra paziente e medico, ha portato inevitabilmente ad un bilancio fallimentare."


I dati diffusi in questi giorni dall’Assessorato regionale alla Sanità sulle adesioni al nuovo modello di “presa in carico” dei pazienti affetti da cronicità, confermano tutte le criticità già da noi espresse nel mese di febbraio, all’avvio della consistente campagna pubblicitaria da parte di Regione Lombardia che si è ad un certo punto intrecciata anche con la campagna elettorale.

Le esigue percentuali di adesione da parte dei malati, sono veramente indicative di come essi vivano ogni intervento che vada ad alterare gli equilibri già difficili che si sono faticosamente costruiti e della delicatezza della loro condizione.

Aver accelerato la partenza di una riforma, che introduce cambiamenti così radicali nella vita e nella condizione di persone fragili, senza aver sciolto importanti nodi come il rapporto fiduciario assolutamente necessario tra paziente e medico, ha portato inevitabilmente ad un bilancio fallimentare.

I malati cronici, lasciati soli di fronte ad una scelta difficile e poco comprensibile per quanto riguarda finalità e vantaggi, si sono, com’era ovvio, affidati al consiglio del proprio medico oppure hanno preferito attendere.

Il percorso di confronto avuto con le maggiori strutture sanitarie coinvolte, è stato utile a mettere in luce ulteriori aspetti di criticità.

Negli incontri avuti con le ASST (Ospedali e Cliniche) sono emersi rilevanti difficoltà di tipo organizzativo dovute in parte alla necessità per le ASST di dotarsi di una struttura organizzativa complessa per far fronte alla gestione di un numero, in alcuni casi davvero consistente di pazienti cronici, (tra le altre cose destinato ad aumentare nei prossimi anni) in una fase di continua riduzione delle risorse economiche a loro disposizione.

Preoccupazioni sono anche emerse in merito alla figura del Clinical Manager, ossia colui che ha il compito di redigere il Piano di Assistenza Individuale, alla delicatezza del suo ruolo e della sua interlocuzione con il Medico di Medicina Generale, nonché all’impatto sulle liste d’attesa.

Rimane inoltre assolutamente da affrontare il problema dell’equilibrio tra pubblico e privato in una materia molto delicata come la sanità.

Riteniamo pertanto che sia necessario riavviare una interlocuzione con Regione Lombardia su questo tema e più in generale sull’attuazione della l. 23 del 2015.

Coordinamento Welfare – Sanità
CGIL Brescia

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