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Una festa per Marco Cavallo

Domenica al Parco Basaglia per festeggiare i 40 anni della legge. Invitati «tutti quelli che credono che prima della cura viene la persona, che la libertà è la prima cura, che bisogna ancora darsi da fare per il miglioramento del sistema di attenzione alla salute mentale. Tutti quelli che intendono cancellare lo stigma»


Una festa per Marco Cavallo, simbolo della libertà dei pazienti del manicomio. O meglio, un «Poetry Slam», quello organizzato ieri pomeriggio in via Duca degli Abruzzi, con letture di poesie, musica e animazione. Marco Cavallo era un animale di cartapesta, tutto azzurro, alto quattro metri, costruito nel 1973 in un laboratorio terapeutico dai pazienti di Franco Basaglia, troppo grande alla fine per uscire dalla porta. Si sono dovuti abbattere i muri per liberarlo. Aveva dei bigliettini nella pancia con i desideri dei «matti da legare» che sono stati letti in piazza alla gente. «La legge 180 è arrivata cinque anni dopo, grazie al coraggio e all'intelligenza di Basaglia. Il testo compie quarant'anni ma non tutto va nel verso giusto, come testimoniato da tanti convegni che celebrano la ricorrenza.

A Brescia negli anni si sono perse per strada alcune istanze. Nel dipartimento che fa capo alla Asst, il personale è insufficiente, i servizi fanno orario d'ufficio mentre il bisogno è h24, la cura è ancora molto centrata sui farmaci. In tutta la Lombardia esistono sì delle comunità, ma sparse, manca sinergia fra i settori e mancano operatori per seguire chi ne ha necessità nel territorio, a casa» critica Carla Ferrari Aggradi, ex psichiatra, membro del Forum per la Salute mentale - nato a Brescia nel 1993 - che ha organizzato l'evento.

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È stata una festa bagnata, nella sede del Calabrone invece che nel parco intitolato a colui che ha rivoluzionato la psichiatria. Ma il pomeriggio ha voluto essere allegro, dalle 16 alle 19, con animazione per i bambini, merenda multietnica preparata dalle donne dell'associazione «Nonsolonoi» di Rezzato, danza nel cortile e musica in corteo con i ritmi scatenati degli «Appel». Invitati, recitava il volantino, «tutti quelli che credono che prima della cura viene la persona, che la libertà è la prima cura, che bisogna ancora darsi da fare per il miglioramento del sistema di attenzione alla salute mentale. Tutti quelli che intendono cancellare lo stigma». I partecipanti hanno letto i loro versi, tempo tre minuti per recitarli e aggiungere ciò che volevano. Il pubblico ha espresso poi il suo gradimento. A seguire la sera, alle 20.30, al Caffè letterario Primo Piano ancora musica, con il concerto in acustico del gruppo Mancolicani.

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