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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Lavoratrici appalti scolastici: lettera ai genitori

Da oggi la campagna di sensibilizzazione, il 19 nuova assemblea. Non ricevono né la disoccupazione né gli assegni famigliari.
Solo nella citta di Brescia sono oltre 500: 230 si occupano di assistenza alla persona, 120 ausiliariato e pulizie, 180 si occupano della ristorazione


A partire da giovedì 10 i genitori che accompagneranno i propri figli negli asili e nelle scuole della nostra città riceveranno una lettera aperta per illustrare le condizioni di lavoro di chi garantisce i servizi scolastici.
Contrariamente tutto il restante personale scolastico per le lavoratrici degli appalti scolastici si prospetta un’altra estate senza alcun reddito.
Mentre tutti i lavoratori che sono involontariamente senza lavoro ricevono l’indennità di disoccupazione, le lavoratrici degli appalti scolastici non ricevono né la disoccupazione né gli assegni famigliari.
Solo nella citta di Brescia sono oltre 500: 230 si occupano di assistenza alla persona, 120 ausiliariato e pulizie, 180 si occupano della ristorazione. Nell’intera provincia di Brescia 3/4 volte tanto, in tutt’Italia intorno alle 100 mila.
Senza queste lavoratrici non solo verrebbero meno  i servizi di pulizia, ausiliariato e ristorazione, ma anche la presenza delle “assistenti ad personam” ovvero lavoratrici diplomate o laureate in ambito pedagogico/educativo/sociale che svolgono attività di assistenza e di inserimento per alunni con deficit psico-fisici.
Questi servizi indispensabili per le famiglie e per funzionalità delle scuole italiane sono stati nel corso degli anni appaltati dalle amministrazioni comunali e statali ad aziende e cooperative senza alcun riguardo per le condizioni di vengono svolte da lavoratrici.
Inoltre il mancato adeguamento della legislazione italiana alle direttive europee contro la discriminazione fa si che queste lavoratrici subiscano una penalizzazione anche per quanto riguarda l’accesso alla pensione. Infatti a loro, lavoratrici part time con sospensione estiva (part time ciclico),  l'INPS  non considera per il diritto all'accesso alla pensione 52 settimane all'anno come sancito anche dalla Corte di Giustizia Europee.
Devono lavorare come minimo 50 anni per maturarne 40 di contributi. Come se il fatto di essere “lavoratrici povere” le preservi dall’invecchiamento e le allunghi l’aspettativa di vita.
Da tempo le OO.SS. stanno sollecitando i vari governi affinché queste due ingiustizie vengano sanate, ma nonostante tutti i partiti sia prima che durante la recente campagna elettorale abbiano ribadito l’importanza di interventi per l’eliminazione delle diseguaglianze e a sostegno delle povertà.
Mentre a Roma si parla di reddito di inclusione-reddito di cittadinanza-reddito di dignità per queste lavoratrici si preannuncia un’estate senza reddito alcuno
Sinora le OO.SS. del settore hanno evitato di proclamare iniziative di sciopero che avrebbero una ovvia conseguenza sulla funzionalità dei servizi scolastici e quindi sulle famiglie.
Ma se dovesse proseguire di fronte l’insensibilità della politica a alle lavoratrici che sono discriminate non resterà che battersi per vedersi riconosciuti i diritti di tutti gli altri lavoratori.
Il volantinaggio che verrà effettuato nella prossima settimana, così come l’assemblea pubblica che si terrà sabato 19 maggio , vogliono essere un’ulteriore appello affiche chi può intervenire per sanare la situazione lo faccia  e lo faccia presto.
I genitori devono sapere che se in futuro subiranno disagi la responsabilità non è delle lavoratrici, ma di chi il Parlamento e il Governo (sia esso tecnico o politico) sceglie di non fare nulla per venire incontro a queste lavoratici che da settembre a giugno garantiscono la funzionalità dei servizi scolastici.

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