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Lombardia, i numeri del lavoro insicuro

Da inizio anno sono ormai 19 gli infortuni mortali sui luoghi di lavoro, senza contare quelli in itinere, come nel caso delle tre donne morte nell’incidente ferroviario di Pioltello. Nel 2017 erano 12. Cosa chiedono Cgil, Cisl e Uil


 In Lombardia i numeri sono in crescita e sono impressionanti: da inizio anno sono ormai 19 gli infortuni mortali sui luoghi di lavoro in Lombardia, senza contare quelli in itinere, come nel caso delle tre donne morte nell’incidente ferroviario di Pioltello. Nel 2017 erano 12. Se si esclude un lavoratore giovanissimo, di appena 18 anni, gli infortuni mortali registrati riguardano solo ultra cinquantenni, con punte di anzianità che arrivano a 70 anni. Le aziende lombarde sono 560mila, ma solo 29mila sono oggetto di controlli. Sono numeri che ci dicono di quanto sia alto il costo sociale di questo fenomeno. In una regione ad alto sviluppo economico come la Lombardia, è inaccettabile che si continui a morire di lavoro.

Si tratta ormai di un grave problema di salute pubblica. Con i primi segnali di ripresa economico-produttiva si sta verificando, nella nostra regione e nel Paese, un’intollerabile ripresa degli infortuni e delle morti sul lavoro perché ancora si investe poco per migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro, si lasciano esposti i lavoratori e le lavoratrici a fattori di rischio senza adeguata formazione e protezione, e anche perché sono insufficienti i controlli e le sanzioni.

È urgente contrastare gli infortuni e le malattie professionali; per questa ragione chiediamo il massimo impegno alle istituzioni regionali e alle associazioni datoriali.

E’ urgente:

• L’aggiornamento da parte di Regione Lombardia del Piano regionale 2019-2023 per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in scadenza quest’anno;

• il rafforzamento del coordinamento tra gli enti e le parti sociali e lo sviluppo delle attività del Comitato ex art. 7 del d.lgs. 81/2008, della Cabina di regia e dei Laboratori che definiscono le linee guida e i programmi mirati d’intervento sulle principali aree di rischio;

• reinvestire tutte le risorse provenienti dalle sanzioni per potenziare i servizi ispettivi delle Agenzie di Tutela della Salute e aumentare l’attività di controllo sui settori a maggior rischio;

• promuovere la cultura della prevenzione e della salute e sicurezza, in primis attraverso una formazione efficace nei luoghi di lavoro, anche con l’alternanza scuola lavoro e la formazione professionale, e con linee guida specifiche e una maggiore vigilanza rispetto ai giovani, cui frequentemente sono associate condizioni di minore tutela della salute e sicurezza sul lavoro;

• rafforzare il ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza:

−  migliorando attribuzioni e presenza degli RLS e RLST in tutte le realtà produttive;

−  garantendo la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti per la sicurezza, con una gestione dei percorsi formativi attenta alla qualità dei contenuti e alla competenza dei docenti;

• realizzare tavoli di confronto e intese territoriali:

−  attivando il Tavolo regionale di confronto con l’INAIL per progetti di prevenzione mirati al miglioramento delle condizioni di lavoro, anche in appoggio agli Organismi Bilaterali/Paritetici;

−  costituendo un Tavolo permanente di confronto con le Associazioni datoriali a livello territoriale, per analizzare gli andamenti infortunistici e delle malattie professionali, realizzando in ogni territorio un Osservatorio provinciale degli infortuni sul lavoro;

−  concordando maggiori investimenti in salute e sicurezza e garantendo la necessaria e obbligatoria dotazione dei Dispositivi di Protezione Individuale necessari per la tutela della lavoratrice e del lavoratore.

Queste sono le proposte che Cgil, Cisl, Uil lombarde hanno portato anche recentemente al confronto con la Regione.

Questi i contenuti delle  manifestazioni che in tutta la Lombardia si terranno in occasione del Primo maggio di quest’anno, che sarà una tappa importante del lungo percorso delle organizzazioni sindacali verso la dignità del lavoro, a partire dalla garanzia della integrità psico fisica dei lavoratori.

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