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Fillea Cgil Brescia, un anno di soddisfazioni

Nel 2017 gli iscritti alla Fillea Cgil di Brescia sono stati 5.226, un numero in lieve crescita rispetto all'anno precedente ma che soprattutto segna un'inversione di tendenza rispetto agli anni passati. L'anno appena trascorso ha anche dato il via a un importante impegno condivisio per aumentare la legalità nei cantieri. intervista al segretario generale Ibrahima Niane


Nel 2017 gli iscritti alla Fillea Cgil di Brescia sono stati 5.226, un numero in lieve crescita rispetto all'anno precedente ma che soprattutto segna un'inversione di tendenza rispetto agli anni passati.

Segretario Ibrahima Niane, più iscritti significa che la crisi dell'edilizia è finita?
«Diciamo che non si peggiora più, dopo anni di crisi pesante. Come organizzazione devo però anche dire che abbiamo cambiato modello organizzativo e questo ci ha aiutato».

Cosa avete fatto per invertire la tendenza?
«Abbiamo quattro funzionari in giro a tempo pieno nei cantieri. E, in questo lavoro capillare sul territorio, siamo aiutati da nuove applicazioni create dalla Fillea Cgil a livello nazionale che ci permettono di monitorare in tempo reale dove sono i cantieri e quanti lavoratori vi lavorano. Il tesseramento lo si fa girando nei cantieri, non certo restando in ufficio».

Più tessere significa che i conti della Fillea di Brescia sono a posto?
«Abbiamo risanato alcune situazioni critiche, abbiamo fatto qualche taglio, risparmiato dove si poteva. Dopo qualche anno di difficoltà, chiudiamo il 2017 in una situazione di sostanziale equilibrio. Bene, anche perché l'autonomia finanziaria è garanzia di libertà».

Torniamo alla crisi: l'edilizia è stato uno dei settori che più ha sofferto in questi anni.
«Da un po'di tempo qualcosa si sta muovendo, non tanto nel nuovo edificato ma piuttosto nelle ristrutturazioni. La riqualificazione degli alloggi, delle periferie in particolare, è sicuramente una grande sfida. E poi ovviamente c'è anche il grande capitolo delle grandi opere, dall'autostrada della Val Trompia all'alta velocità. Su queste abbiamo lanciato la sfida dei contratti in anticipo, per avere garanzie su alloggio, orari e condizioni dei lavoratori che dovranno lavorare nei cantieri delle grandi opere».

Insomma, una rinnovata vitalità?
«Si sta facendo anche molta innovazione, attraverso diversi seminari tecnici alla Scuola edile. Molti non si avvicinano al lavoro pensando che possa andare solo peggio, ma non è così: dal recupero dell'edificato all'efficienza energetica ci sarà sempre bisogno di muratori e nuovi lavoratori nel settore».

Nell'anno appena trascorso avete, sindacati e associazioni dei costruttori, lanciato anche una grande sfida di legalità a livello provinciale.
«È proprio così, ed è stata una cosa di cui possiamo andare orgogliosi e che viene citata come esempio a livello nazionale. Attraverso un software sul quale abbiamo investito parecchio stiamo riuscendo a migliorare la situazione. Siamo arrivati a una situazione paradossale per cui, in pochi anni, in provincia di Brescia il numero di lavoratori iscritti alla Cassa edile è sceso da 28mila a 13mila ma il numero dei cantieri è oggi superiore a dieci anni fa. Questo significa che ci sono tanti lavoratori nei cantieri che sono inquadrati (quando va bene, ndr) con contratti diverso da quello degli edili. Adesso, attraverso un software finanziato dai fondi per la bilateralità, riusciamo a incrociare tutti i dati e a capire in tempo reale la situazione. In pochi mesi siamo risuciti a far emergere 1.150 lavoratori, ora iscritti alla Cassa edile. Un risultato straordinario: signifca una massa salariale da 14 milioni di euro, quasi il 10% del totale».

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